IL CINEMA PURA MAGIA

IL CINEMA PURA MAGIA

Autore: Sabrina Fava

Ed è il classico cliché. 

La mano afferra la maniglia della pesante porta a vetri del cinema. Una leggera pressione per smuovere i cardini al fine di immergersi in quel magico mondo che solo la pellicola può creare. La pressione aumenta ma la porta proprio non si vuole aprire ed è quello il momento in cui ci rendiamo conto che un’enorme scritta enuncia “TIRARE”.

Con un’imprecazione e una risatina tiriamo verso di noi ed entriamo.

Inspiriamo a fondo e la voce di Pennywise (meglio noto come It, il clown ballerino partorito dalla mente di Stephen King) comincia a infestare la nostra mente.

“Ci sono le noccioline, lo zucchero filato, gli hot dog e… POP-CORN. Pop-Pop.

Le pupille si dilatano con quella geniale reazione involontaria secondo la quale si espandono percependo una sensazione di estasi.

Cominciamo a muovere i primi passi verso il cibo, ciò nonostante, ci rendiamo conto che non abbiamo ancora fatto i biglietti. Lo sguardo corre sull’orologio che teniamo al polso, mancano pochi minuti all’inizio del film. Chissene frega se ci saranno trenta minuti di pubblicità, bisogna comunque entrare in sala in tempo perché proprio quella volta il film potrebbe cominciare prima.

Dopo ansiogeni minuti di attesa stringiamo il biglietto fra le mani. Lo sguardo vortica finalmente verso le leccornie che sopiranno il languore che ci attanaglia lo stomaco. Decine di persone stanno scegliendo il menù più conveniente fra quelli proposti dal cinema e sono altri mille anni di attesa.

Il piede che si muove nervosamente, una goccia di sudore a imperlare la fronte.

Ed è il nostro turno, quasi gridiamo in faccia al cassiere quel “Combo 4 con pop-corn e bibita gassata” che vogliamo tanto. Arriva il momento di pagare e cerchiamo di farlo il più in fretta possibile per lasciare spazio al cliente irrequieto dietro di noi. Con in una mano i pop-corn e nell’altra la bibita camminiamo con lentezza mentre stringiamo fra le labbra il biglietto.

Ci muoviamo un passo alla volta manco avessimo fra le mani acido muriatico perché le nuove norme eco-friendly (che vanno benissimo) non consentono di utilizzare più il coperchio in plastica per le bibite. La cannuccia è di una carta così sottile che a fine visione si sarà disciolta come la povera scarpetta di Chi ha incastrato Roger Rabbit donando una nota saporita all’elisir.

È il momento di entrare in sala e di trovare la nostra postazione, dopo essere inciampati un paio di volte negli scuri e lunghi gradini lo troviamo solo perché da piccoli eravamo forti a battaglia navale. Ci sediamo.

“Ma la bibita va a destra o a sinistra?” Proviamo a destra.

Le pubblicità cominciano a invadere lo schermo e dobbiamo resistere allo straziante impulso di cominciare a mangiare i pop-corn prima dell’inizio della visione.

Il film inizia e siamo stati bravissimi a portarci alle labbra non più di una decina di prelibatezze imburrate e salate. Ed è allora che il nostro vicino comincia a parlare ad alta voce.

Ci gorgoglia nell’esofago il Jack Torrance di Shining con l’accetta in mano e non vorremmo altro che porre fine a quello strazio. Tuttavia, arriva la vecchia signora dietro di noi a intimare sgarbatamente “quel maleducato a chiudere la sua boccaccia” e sogghigniamo soddisfatti.

La visione continua e non ditemi che andare al cinema non è pura poesia!

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