Autore: La Redazione
Io che non Vivo Senza Te
Estratto
“Mattia e Lisa si salutarono con un bacio sulle guance. Il ragazzo aveva ancora l’istinto di stare in guardia per quello che le aveva detto e fatto ormai anni prima. Aveva quasi dimenticato di quanto fosse bella. Il suo sorriso, le sue espressioni mentre parlava, il taglio degli occhi, tutti quei particolari che l’avevano colpito il giorno in cui l’aveva conosciuta. Tutti parlavano e discutevano del più e del meno, chiedendo e facendo domande a Mark che rispondeva con il suo accento romagnolo, piacevole da ascoltare.
Arrivò l’ennesima telefonata dei genitori di Mark. Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e disse: «Dio della Madonna! Scusate, ragazzi, ho da sistemare tre cose con questi qui». Aprì la telefonata e, allontanandosi, cominciò a parlare in romagnolo e non si capiva nulla di quello che diceva. Simone, ingenuo, chiese: «Ah, ma non è italiano?».
Cominciarono tutti a ridere, tranne Lisa e Mattia, che non riuscivano a distogliere lo sguardo l’uno dall’altra. La ragazza pensò che forse era il caso che andasse da lui a parlargli: mille cose erano rimaste in sospeso, mille sogni, mille rimpianti.
Il cielo era plumbeo e il giorno stava abbandonando la scena.
«Come stai?»
«Bene, abbastanza. Tu?»
«Anche io. Mark è un ragazzo meraviglioso.»
«Io sto con una ragazza di Castelfranco Veneto.»
«Sì, Marina, oltre a essere bella è anche una brava tennista, vero?»
«Sì. Sai tante cose…»
«I tuoi amici non fanno altro che parlare di te e di quell’altro ragazzo.»
«Emanuele, sta in America.»
«Sì. Ascolta, volevo dirti che non ce l’ho più con te. È passato tanto di quel tempo…»
«Sono stato un vero bastardo.»
«Sì, devo ammettere che hai ragione!»
«Lo so, ma purtroppo ho un carattere istintivo che sto cercando di migliorare.»
«Io, comunque, ti avevo perdonato già tempo fa.»
«Ah sì? Sono contento.»
Si guardarono per un po’ senza dire nulla, con Lisa che sembrava lo stesse studiando, mentre lui aveva uno sguardo timido e anche un po’ impacciato.
«Te sapessi cosa ho fatto io per te…»
A quelle parole, il ragazzo rimase sorpreso. «Ehi, cosa hai fatto?»
Lisa al solo ricordarlo ebbe un brivido. «Scusa, non dovevo dirtelo.»
In quel momento, Mark stava tornando dopo aver finito la telefonata. «Oh, gli ho dato tutte le disposizioni, spero mi lascino in pace per un bel po’!»
Aveva però visto che Lisa e Mattia erano vicini. La ragazza andò da lui e, dopo avergli dato un bacio, lo abbracciò forte e gli sussurrò all’orecchio: «Dovevo parlargli, è tutto ok, amore». Fece un sorriso che tolse ogni dubbio al ragazzo.“
Trama
Borgata di Roma Est.
Quattro amici sono uniti come fratelli.
Uno di loro, Giuseppe, insoddisfatto del suo lavoro, tenta di intraprendere, all’insaputa degli amici, una strada pericolosa.
Giornate che scorrono tra sogni e delusioni dei personaggi di questa storia: Le ragazze del quartiere Casalotti, e “gli scapestrati de C.R.”, della borgata di Case Rosse.
“Io che non vivo senza te” è il terzo romanzo di una tetralogia dedicata ai giovani di Roma Est, ragazzi di borgata che lottano per conquistare il proprio posto al sole, sapendo che nessuno gli regalerà nulla.
Tema del Romanzo
Questo mio terzo romanzo fa parte di una tetralogia, dove le vite di quattro ragazzi di borgata si intrecciano tra sogni, avventure e momenti difficili. In questo libro, come negli altri usciti precedentemente, ho voluto rappresentare il trascorrere della vita dei ragazzi che nascono e crescono in questo contesto, con le loro vite che possono sembrare semplici, ma che hanno invece molto da raccontare. Nei loro stati d’animo, l’entusiasmo e l’inquietudine si contrappongono di continuo. Quando sono insieme sono una bomba di energia e vitalità. Mentre quando stanno soli, magari in macchina o nella loro cameretta, le loro paure e i loro dubbi riemergono, cercando per questo motivo lo stare insieme, facendo chiacchiere e discussioni a non finire, con un botta e risposta in un dialetto di borgata che strappa spesso un sorriso.
Questo per dire che, a mio parere, hanno più da raccontare le vite di questi ragazzi figli di operai che le vite di ragazzi raccontati in film come Gomorra, Suburra o Mare Fuori che in questo periodo stanno andando tanto di moda. Chi ha letto i precedenti ha percepito che i ragazzi fossero talmente veri che avevano avuto la sensazione che fossero davvero reali, tanto da immedesimarsi nei personaggi. E questi giudizi sui miei libri ti danno la forza di andare avanti e a credere nel proprio progetto.
Chi è l’Autore
Il mio nome è Fabio Scarselletta, sono nato a Roma 56 anni fa e tutt’ora ci vivo.
Svolgo la professione di imprenditore edile, sono un appassionato di lettura e colleziono libri.
I miei autori preferiti sono Carlo Cassola, Carlo Levi, Vasco Pratolini, John Steinbeck, Erskine Caldwell, Wilbur Smith, John Grisham e Pier Paolo Pasolini.
Ho iniziato a scrivere un po’ di anni fa perché la sola lettura non mi bastava più.
Ho pubblicato due romanzi, “Ai giochi addio”, e “Non ci sono montagne abbastanza alte”. I due fanno parte di una tetralogia, dove le vite di quattro ragazzi di borgata si intrecciano tra avventure, primi amori e i primi ostacoli della vita.
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