Autore: La Redazione
10 Musei 10 Gialli
Estratto
“Il marmo sembra carne sotto cui scorre sangue, proprio come quello con cui è stato violato e di cui la Scientifica ha già prelevato un campione, sebbene non vi siano molti dubbi sul fatto che sia dell’inserviente ammazzato.” (Il mistero di Paolina di Claudia Proietti)
“L’uomo imprecò dentro di sé: di tutti i 1300 abitanti del paese, quella era la persona che meno avrebbe voluto incontrare in quel momento. «Oh, Maria Teresa. Che cosa ci fai qui?»“(Custodi e Amanti di Alessandro Stringa)
“Le due ragazze vennero immediatamente circondate da vari uomini, molto robusti. Sembravano agire come militari. Stupefatte, non ebbero modo di fuggire.” (Mosul di Liro)
“«Sì, mi ama. Dice che la sua gelosia è proprio la dimostrazione che mi vuole bene.» Ma di fronte allo sguardo pietoso di Lucia, sconsolatamente aggiunse: «Ma no, lo so che non è così. Ho aperto gli occhi, ormai…»” (Libertà di Tea Vergani)
Erano quasi in prossimità della sala del mammut, quando sentirono un tramestio. «Oddio! C’è qualcuno! Torniamo indietro. Forse è il fantasma e all’improvviso non mi pare una buona idea essere qui stasera.» «Insomma! Che cacasotto che sei. Procediamo. Magari è un volatile che è rimasto intrappolato. Chi vuoi che ci sia, a parte due fessacchiotti come noi. Meglio, come te.»
(Gisa, Roby e il Mammut di Elena Andreotti)
Trama
Il Museo è, per eccellenza, il luogo fisico nel quale la Storia e L’Arte vengono tutelate e mostrate al mondo per ricordare che l’Uomo è capace di opere divine e straordinarie.
Proprio in un contesto così suggestivo, il Sacro e il Profano si incontrano e, in questa raccolta, si fondono nell’umana contraddizione che risiede nel creare e distruggere.
Crimini e delitti sporcano la purezza dell’Arte e divengono essi stessi parte di colori nei quadri, venature di cremisi nei marmi, tracce di imperfezione nell’eterna meraviglia di questi luoghi magici.
Le penne di dieci Autori si sono messe al servizio di una missione: trasportare il lettore nelle diverse dimensioni dell’Arte, con il Giallo nei panni di guida turistica, tra misteri a camera chiusa, indagini movimentate e la Bellezza come sfondo imperante.
Una Bellezza creatrice e distruttrice, nella quale perdersi grazie a parole, immagini e richiami storici, in un viaggio che non richiede biglietto, da compiere rimanendo seduti comodi a leggere.
Tema dell’Antologia
Il museo, per sua definizione e missione, tutela oggetti di interesse storico e culturale. È uno spazio di ricerca, di studio, non solo tra diverse culture, ma anche tra individui. La creatività e la storia emergono grazie alle arti visive, le biblioteche conservano i saperi.
Quale luogo migliore, dunque, per ospitare crimini e delitti?
Ambientarli in un Museo è un immaginario molto piacevole. E questo, sia per chi scrive, che per chi legge.
Tutto ciò che conservano e contengono è da sempre desiderato, spesso rubato, depredato, talvolta è oggetto di danneggiamenti simbolici.
Basterebbe leggere la cronaca nera, per scoprire quanto musei, collezioni, mostre siano oggetto di interesse per i delinquenti e gli psicopatici.
Contare quanti libri e quanti film siano stati ispirati o ambientati nei musei è probabilmente impossibile, per l’enorme quantità che si andrebbe a scoprire.
Questa è una raccolta di racconti gialli, ma non una come le altre.
Tutto è nato da un’idea dello scrittore e content creator Franco Marani, che ha pensato di far scrivere tanti racconti, tutti ambientati in un qualche museo.
Ma come trovare degli sconosciuti autori che volessero unirsi a lui per crearli? La sua amica Tea Vergani ha aderito subito al progetto, offrendosi come organizzatrice e dorsale di rete del progetto, oltre che come scrittrice. Insieme, hanno cercato altri giallisti in internet, tramite i social, in particolare usando Facebook. La domanda di fondo che i due amici si ponevano era se fosse possibile scrivere un libro solo con relazioni a distanza. Hanno desiderato creare una comunità virtuale di scrittori. Si sono ispirati ai pittori Impressionisti, che si riunivano a Barbizon, ai Macchiaioli, che si riunivano al caffè Michelangelo…
In poco tempo, la risposta non si è fatta attendere: i giallisti invitati a unirsi a loro, hanno accettato, ben volentieri e incuriositi, creando una rete. Hanno condiviso, col gruppo che si andava man a mano creando, regole, tempi, modi. Social e internet hanno permesso una condivisione molto efficace. Era infatti necessario coordinare, spronare, fornire istruzioni agli autori, rispondere alle domande e correggere. Senza questo impegno di Tea, in qualità di backbone l’iniziativa non avrebbe mai visto la luce, è stato un lavoro necessario e impegnativo.
Il risultato è questo fortunato e bel libro, dove ogni autore ha stile e linguaggio diverso, e ogni racconto è preceduto da un’immagine di Franco Marani.
Ma perché proprio la scelta di ambientare i gialli in un simile e austero luogo di conservazione e tutela dell’arte?
L’esperienza di una visita museale trasporta tutti in un mondo di regole rigide, diverse: si richiede un dress code adeguato, l’osservanza del regolamento. Ha i suoi rituali: camminare in un luogo da rispettare, osservando per capire i significati, fa crescere nella consapevolezza che tutto può accadere, perché tutto è accaduto già.
Non è quindi strano che, proprio in luoghi così puliti, sacrali, organizzati e quasi perfetti, per questi dieci autori sia stato dissacrante ambientare delitti, omicidi e furti.
In un certo senso, scrivere questi racconti è stato come fare “cose pazze” e incredibili, osare un comportamento alternativo, molto liberatorio.
Ma poi, come prescrivono le regole del racconto giallo e noir, tutto torna a posto, i colpevoli vengono puniti.
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