Autore: Sabrina Fava
È sconcertante rendersi conto che molti artisti sono dannatamente simili a noi. Che cos’è dopotutto il “noi”? Perché c’è una netta divisione fra coloro che sembrano dèi dell’Olimpo e noialtri che li osserviamo da lontano?
Noi e loro.
Dino Buzzati è uno di quegli artisti che nonostante sia parte di “loro” è un distorto riflesso di ognuno di “noi”. Un autore che ha lottato, negli anni ’60, per dar vita a un progetto nel quale nessuno credeva: un romanzo a fumetti. I veri artisti non maneggiavano, o meglio, non potevano maneggiare, la cultura pop. Quale autore si sarebbe mai cimentato in una missione simile? Nessuno. O quasi. L’appassionato di fumetti non si è dato per vinto e ha deciso di perseguire il suo sogno nonostante sapesse che avrebbe ricevuto rifiuti e critiche. Inutile dire che creato una delle prime graphic novel della storia.
Lui, incredibilmente pop, ha dato vita a un prodotto innovativo e ancora unico nel suo genere. Lui che è simbolo del nostro progetto, padre della linea editoriale de Il Barnabò. Lui che quando si ritrovava fra le mani un libro nuovo, se dopo le prime quaranta pagine si fosse rivelato noioso, per rifarsi la bocca avrebbe dovuto leggere Diabolik.
Dopo rifiuti su rifiuti, è nato Poema a fumetti, un’opera sperimentale e alternativa. Una coniugazione fra la cultura popolare e l’arte d’autore. L’essenza di un mito, di dolore e passione, ripresa e riadattata in chiave moderna. La sessualità al centro della scena senza alcun timore di mostrarsi tale e quale. Cruda. La storia dell’amore fra Orfeo, nel fumetto chiamato Orfy, ed Euridice, nel fumetto chiamata Eura, imbruttita da infernali donne blasfeme e libidinose. Tavole che non lasciano spazio all’immaginazione e che possono arrivare a disturbare il lettore.
Buzzati, lo scrittore (e non solo) che ha dato vita a Il barnabò delle montagne ha condotto verso la luce un fumetto. Un autore così serio che aveva nei progetti della mente un prodotto di serie B? Impossibile da credere ma è verità. I prodotti che vanno a spezzare la produzione istituzionale hanno un occhio rivolto al futuro e uno fisso ad osservare il presente. Poema a fumetti è uno di questi.
L’inserimento di avanguardie storiche dei decenni precedenti, come il surrealismo, è pura libidine. Si è avvalso della collaborazione dei migliori nel campo, fra cui un certo Salvador Dalì (si può vedere la sua tavola a pagina 33). Il colore verde macchia quasi tutte le tavole a tal punto da avvelenare le iridi. Poi, a un certo punto, deve essersi chiesto: “E perché non istaurare collaborazioni con un artista tutto italiano?”. Detto, fatto. Di chi parliamo? Di Federico Fellini, ovviamente. Per vedere il risultato, date un’occhiata a pagina 194 e 197.
Per quanto riguarda l’acquisto, l’ultima edizione, Mondadori 2017, ha un’interessantissima post-fazione a cura di Lorenzo Viganò, altrimenti è reperibile una convenientissima edizione a soli 80 euro. Poema a fumetti è’ un’opera che non ha timore di esprimere la propria opinione. Un prodotto nato per navigare contro corrente, contro l’istituzione, contro il mondo intero, proprio come ha fatto Buzzati.