TROPPI ZUCCHERI O TROPPA CATTIVERIA?

TROPPI ZUCCHERI O TROPPA CATTIVERIA?

Autore: Sabrina Fava

Dobbiamo essere perfetti.

Dobbiamo seguire una dieta per non prendere un chilo di troppo, andare in palestra per perdere quel chilo di troppo.

Non si può chiedere il dessert due volte. Birra o caramelline gommose? Non si possono scegliere entrambe. La decisione è difficile.

Rachel è una sedicenne e sta per uscire da un ospedale psichiatrico. Perché si trova lì? È pazza? È psicotica? Ha bisogno di uno strizzacervelli? Esatto. Si trova in un ospedale psichiatrico della Gran Bretagna per tutti questi motivi. Rachel, la protagonista della serie televisiva My Mad Fat Diary, è un’obesa che soffre di depressione in seguito all’abbandono del padre  ed alla  cattiveria del mondo. Schiava della sua sensibilità e del cibo. Rachel ha tentato il suicidio.

Rachel è matta. Rachel è grassa. Rachel è depressa. Rachel è derisa.

Rachel è semplicemente un essere umano come tanti altri.

Una serie televisiva che già nel 2014 affronta tematiche delle quali, nel 2023, si sente ancora solo vociferare.

“Inspiegabilmente” non è stata tradotta in lingua italiana e se queste parole hanno stuzzicato le vostre papille gustative, allora vi toccherà guardarla in lingua originale sottotitolata. 

Ambientata alla fine degli anni ’90 ha una colonna sonora da paura: Oasis, The Smith, Placebo. Cassette, registratori, televisioni a tubo catodico sbloccano vecchi ricordi. Una serie televisiva in cui la regia si è divertita e ha osato, non solo per quanto riguarda le tematiche. Dalle inquadrature ricercate, ai fermo-immagine esilaranti, giungendo fino ai jump-cut (salti di qualche fotogramma). Una post-produzione geniale la fa assomigliare a una rivista per adolescenti. Disegni e scritte appaiono sullo schermo nei momenti fatidici, cancellature a penna nera o bianca eliminano quei momenti che si vorrebbero solo dimenticare. Con una nota sarcastica e una pellicola carica di erotismo, in cui la perdita della verginità sembra la ricerca del Sacro Graal, vengono affrontate le turbe mentali di ogni ragazzino. Gli scambi di battute, l’innocenza, le false credenze, i movimenti di macchina in soggettiva rendono le tre stagioni di una realtà disarmante. Si ritorna adolescenti guardando la serie della casa di produzione indipendente Tiger Aspect. Un prodotto indie che ha superato le linee, non ha mezzi termini, è chiara, è diretta. Non ha timore di dire la verità.

Rachel non è perfetta, ha le gambe imbrattate da cicatrici che le ricordano il giorno in cui ha tentato il suicidio. Ha smagliature sulle cosce che le ricordano che è obesa. Ha un costante dolore lombare che le ricorda l’enorme seno con cui convive. Ha un gruppo di amici che la fa sentire amata. Ha un ragazzo che la vuole per quello che è.

Da questo momento in poi gli altri possono accettarti così come sei oppure possono andare a fanculo.

Ma Rachel non si ama. Rachel non riesce a scorgere la carne rosea e intatta fra quelle centinaia di cicatrici.

La serie televisiva è basata sull’omonimo romanzo autobiografico scritto da Rachel Earl. Grazie Rachel, per aver avuto il coraggio di raccontarci la tua storia.