Autore: Lorenzo Grazzi
Viviamo in un’epoca nella quale la prevenzione è una parola molto usata ma un concetto poco applicato. Davanti ai fatti di cronaca che ci lasciano shoccati cerchiamo di capire dov’è, con precisione, che qualcosa è andato storto. Dalle guerre agli stupri di gruppo, dagli omicidi per un parcheggio all’inquinamento.
Il dramma è che lo sappiamo benissimo qual è il punto nel quale il treno ha deragliato: le guerre si fanno per potere (non certo per ideali), gli stupri avvengono all’ombra di una mancata educazione e di una società che promuove un modello maschile (e femminile) sbagliato. La vita è semplice, alla fine, e tutto si riconduce alle solite cose: potere, soldi, dominio, affermazione di sé sull’altro.
È facile vederlo nel singolo caso, ma spesso ci dimentichiamo di essere parte di quell’evento avvenuto, magari, a centinaia di chilometri da noi o addirittura in un mondo virtuale.
Di recente hanno fatto scandalo le affermazioni omofobe e machiste del generale Vannacci espresse in un self publishing di Amazon, nelle quali vengono ribadite con forza le posizioni dell’autore.
Ecco che arriva il caso (orchestrato in maniera ottimale per trasformare il libro in un best seller), ecco che tutti ne parlano, ecco che si è creato un personaggio che fonda il suo potere sull’odio per la diversità e sulla promulgazione di un modello sociale dove le “differenze” sono sinonimo di “difetto”.
Pochi giorni dopo ecco che Walter Nudo sui suoi social commenta una fotografia della campagna pubblicitaria della Calvin Klein (dove compare una coppia dalle forme prosperose e dove lei si erge come un super eroe davanti a un lui che indossa un reggiseno), invocando il ritorno di quei “bei tempi andati” dove l’uomo faceva l’uomo e la donna faceva la donna e dove si provava quel sano senso di vergogna nell’avere dei corpi così deformati dall’obesità invece di ostentarli.
Ecco, il treno si è schiantato sulla stazione causando decine di morti, ma prima di arrivare a compiere la sua missione ha percorso centinaia di chilometri deragliando.
È deragliato quando nessuno è intervenuto per riportarlo sul suo binario, quando i social non hanno censurato i commenti di un ex attore (mi perdonino gli attori veri), quando Amazon non ha bloccato le vendite del libro di un generale caduto in disgrazia (e Amazon annuncia anche di controllare accuratamente i testi pubblicati tramite i suoi canali per essere certo che non offendano nessuno…), è deragliato quando le tv hanno dato spazio a questa notizia… e poi ancora prima, è deragliato quando i governi hanno tagliato i fondi per le scuole e l’educazione civica, è deragliato quando la società si è sentita libera di esprimersi senza pudore e senza dare peso alle proprie parole, è deragliato quando le famiglie hanno iniziato a intrattenere i figli con i telefonini invece di educarli (e prima ancora quando hanno affidato l’educazione alla televisione)… Il treno era in una forte corsa molto prima di diventare uno stupro di gruppo.
Il treno deraglia ogni volta che per comodità non interveniamo. Deraglia ogni volta che non ci prendiamo la responsabilità di agire. Deraglia ogni volta che ci lasciamo comprare dal “quieto vivere” e dalla pigrizia.
Viviamo di social che non ci difendono, compriamo su store che non ci tutelano, passeggiamo in società che ci minacciano.
Possiamo fare qualcosa? Certo che sì! Possiamo applicare la cancel colture a quei personaggi (e quei profili) che esprimono posizioni offensive nei confronti della diversità, possiamo abbandonare i social, possiamo comprare nei negozi invece che su Amazon, possiamo cambiare canale in tv, possiamo intervenire se vediamo una ragazza molestata, possiamo farci avanti se sentiamo che un ragazzo viene chiamato “frocio”, possiamo denunciare se assistiamo a dei maltrattamenti su un animale. Possiamo fare un sacco di cose… ma le faremo? Siamo disposti a rinunciare alla nostra comfort zone?
Viviamo in un mondo globalizzato dove è nostra responsabilità anche quello che accade dall’altra parte del mondo e se ci voltiamo dall’altra parte, allora non siamo le vittime, siamo i complici. Un giorno ci troveremo davanti al tribunale delle nostre coscienze; liquideremo tutto come i generali nazisti accusati delle peggiori atrocità? “Stavo solo eseguendo gli ordini”.