Autore: Lorenzo Grazzi
Negli anni Novanta ero un adolescente drogato di MTV e Italia1, canali rivolti ai giovani con un palinsesto che a ripensarci oggi mi si arrossano le guance per la vergogna. Tra film splatter e attori tanto belli quanto incapaci nella recitazione, le mia serate passavano pigramente con la tv in camera.
Ecco, proprio in una di queste serate mi sono imbattuto in un film tanto stupido quanto divertente: Il silenzio del prosciutti.
Fermi lì, non chiudete la pagina! La parte geniale del film è proprio il titolo.
Il silenzio dei prosciutti vuole essere una versione parodiata de Il silenzio degli innocenti, che in lingua originale si chiama The silence of the lambs (il silenzio degli agnelli).
In inglese quindi il titolo originale della parodia è The silence of the hams.
Si tratta del tipico film dell’epoca (è uscito al cinema nel 1994), con battute da far rabbrividire, freddure e una comicità a metà strada tra il cinepanettone e Una pallottola spuntata.
E non potrebbe essere diversamente perché il regista (e attore) è Ezio Greggio, e avrebbe voluto tanto realizzare il film con Leslie Nielsen che però era impegnato nelle riprese di un altro film e dovette rinunciare.
Poco importa perché in questa pellicola compaiono nomi del calibro di Mel Brooks, John Landis e Joe Dante.
La storia è un mix tra il classico di cui scimmiotta il nome e il capolavoro di Alfred Hitchcock, Psyco e il protagonista è un giovanissimo (e bellissimo) Billy Zane (il promesso sposo di Rose, nel film Titanic… l’antagonista di Di Caprio per intenderci), che veste i panni dell’agente dell’FBI Jo Dee Foster e tenta di fermare un killer con all’attivo 120 omicidi in un solo mese. Ma le cose sono molto più complicate di una semplice indagine e alla fine i protagonisti si ritrovano al Cemetery Motel, non un motel chiamato Cemetery, ma un cimitero chiamato Motel dal nome del proprietario, Antonio Motel.
Per farvela breve, si ride, si ride davvero e lo stimolo per i cinefili a ricercare i continui rimandi a grandi film del passato è incessante.
Il film non ricevette un gran esito tra la critica, ma ha il pregio di essere nel Guinness dei primati per il maggior numero di registi attori in un solo film: anche per questo vale la pena di essere visto, magari con una buona dose di pop corn in pieno stile anni Novanta.