SIAMO TUTTI (CON)TENUTI IN SCACCO DA YOUTUBE

SIAMO TUTTI (CON)TENUTI IN SCACCO DA YOUTUBE

Autore: Davide Libralato

Non molto tempo fa ( lo so che sembra l’inizio di una fiaba ma non è così ) il mio primogenito,  dopo aver già visto numerosi video dei più  svariati Youtuber che popolano il Web, richiamò la mia attenzione stimolando ( ancor più di quanto fossi già stimolato di mio ) un pensiero che non vedeva l’ora di venire alla luce.
Voglio però fare una premessa fondamentale: come avrete intuito da alcuni dettagli non sono uno di quei genitori che per partito preso nega l’ utilizzo di sistemi informatici ai figli ma mi sembra comunque giusto precisare che vi sto riportando un’ esperienza avuta con un bambino che ha compiuto 10 anni da circa 6 mesi e la vicenda di cui vi parlerò risale a qualche mese orsono. Dicevo che mio figlio, sempre controllato minuziosamente da mamna e papà, da ormai un pò di tempo si appassiona ( come tutte le generazioni di oggi e non solo ) a varie cose. A seconda dei periodi e delle curiosità che il momento personale stuzzica, si fa travolgere – nel vero senso della parola – da diverse passioni. Queste passioni si concretizzano poi in due fasi ben distinte: una consiste nel confrontarsi in prima persona con l’aspetto più pratico muovendosi attraverso curiosità e istinto mentre per il loro apprendimento e approfondimento è diventato normale usufruire di corsi vari e video esplicativi che il Web ci offre. Entrano qui in gioco gli Youtuber, personaggi vari inseribili nella macrofamiglia di cui parlavo tempo fa in un altro mio articolo, ( che vi consiglio di riprendere nella sezione apposita del Barnabò! ) ovvero quella degli Influencer o Creators vari. Ora , tornando all’affermazione che ha scatenato poi tutta questa riflessione interna , il mio bimbo mi ha detto così: 

– Papi,  ho visto un video di Marco ( chiamo con un nome inventato il protagonista del suddetto video ) nel quale ” dichiara ” i soldi guadagnati mensilmente facendo lo Youtuber… quindi vedi che si può considerare un lavoro fare video su YouTube?! Lo sapevo io!


Al che preso un po’ in contropiede – più che altro per la prontezza della sua affermazione –  gli ho risposto:

– Amore , certo che oggigiorno gestire una pagina e pubblicare assiduamente video su YouTube è considerabile un lavoro, ma devi tenere bene a mente che ci sono appassionati propositori e divulgatori di un prodotto o un’attività che ben conoscono e sono quindi considerabili ” professionisti ”  del loro settore; altri invece, quelli in cui anche tu comprensibilmente ti imbatti, sono delle persone che mostrandoti la loro vita quotidiana , il più delle volte priva di contenuti sensati , possono portarti a pensare esattamente quello per cui ( fortunatamente ) mi hai interpellato: ovvero che si possono fare soldi pur proponendo il nulla più totale. 

Il mio discorso si è poi sviluppato tenendo bene a mente che mi stavo si interfacciando con un bimbo in tenera età ma vi assicuro che ho centrato il punto. Questo per dire che cercando il dialogo ed il ragionamento anche un giovane individuo può essere indirizzato su una valutazione di quali siano i contenuti di qualità e dove invece l’unico fine sia la popolarità ed il ritorno economico a tutti i costi. Come ho fatto? Sicuramente gioco forza sta nel fatto che ho parlato con mio figlio; ma sicuramente il soffermarsi sulla questione che è si giusto ( soprattutto di questi tempi ) tenere bene in considerazione che i lavori siano cambiati ed esistono oggi delle realtà che fino a ieri nemmeno potevamo pensare possibili, ma che allo stesso tempo va riconosciuto il pericolo di chi ti lancia un messaggio più rischioso che altro,  rispetto invece a chi va premiato professionalmente per i contenuti che sottintendono preparazione e dedizione.
Personalmente non mi va di promuovere una mentalità dove basta proporre contenuti originali o di impatto per generare guadagno. Perché  questa cosa, oltre ad avere quasi sempre vita breve mette a repentaglio migliaia di cervelli, legittimando ignoranza e pochezza.
E mi sembra giusto educare le nuove generazioni a rimanere con gli occhi bene aperti di fronte alle varie vetrine che mostrano solo il lato accattivante e “bello” delle cose. Perché il rischio è purtroppo dietro l’angolo e la nostra cronaca è piena di vittime di malfunzionamenti educativi.