SIAMO CIECHI, MA NON LO SAPPIAMO

SIAMO CIECHI, MA NON LO SAPPIAMO

Autore: Lorenzo Grazzi

Il corpo umano è una macchina straordinaria, anzi, è meglio della più straordinaria macchina che esista.

In questo momento, seduto davanti a un pc, io sto scrivendo questo articolo mettendo in moto una serie di funzioni cerebrali che implicano una capacità di ragionamento (almeno ci provo, abbiate pietà), una capacità comunicativa che si appoggia a una cognitiva (uso simboli che chiamo lettere ai quali ho dato un significato che è lo stesso che ha dato chi legge, ma che in sé non vogliono dire proprio nulla, quindi è necessario che le combini per formare delle parole e che poi organizzi queste parole per creare delle frasi che a loro volta vanno sistemate in modo da dare coerenza a quello che ho pensato di dire), sto respirando (azione che comporta che i miei polmoni si dilatino per effetto muscolare della cassa toracica permettendo l’ingresso di ossigeno che viene scambiato con l’anidride carbonica), sono vivo (grazie al cuore che permette il movimento del sangue nel corpo e quindi di portare l’ossigeno che sto scambiando in tutti i tessuti, anche quelli più remoti; poi ci sono le sostanze tampone che si occupano di tenere sotto strettissimo controllo il pH del sangue perché la minima variazione dovuta per esempio a una pessima qualità dell’aria, potrebbe portare in necrosi gli organi), sto utilizzando le dita (e qui c’è un concerto di nervi, ossa e muscoli che mi consentono di digitare proprio quello che voglio, il tutto organizzato dal cervello che aveva già il suo da fare con le funzioni cognitive che dicevamo prima).

Insomma… non sto solo scrivendo stupidaggini, sto compiendo un vero miracolo che nessuna macchina è in grado di imitare.

Quante funzioni diamo per scontate o nemmeno conosciamo?

Tra queste ce n’è una che è basilare per la maggior parte delle persone e che ci manca terribilmente quando non ne possiamo usufruire appieno per qualche motivo: la vista.

Il nostro senso più utilizzato è anche quello più facilmente ingannabile; l’occhio è come un bambino, basta un colore acceso, una forma che ci colpisca e subito scatta in quella direzione, i pubblicitari lo sanno molto bene!

Ma è anche un senso zoppo: l’occhio, infatti, per sua conformazione ha un area cieca che si trova dove in nervo ottico si innesta nella retina. Qui non ci sono cellule predisposte alla vista (niente coni e bastoncelli… ricordi di scuola!). 

Insomma, abbiamo tutti un’area cieca.

Il motivo per il quale non ce ne rendiamo conto è che abbiamo due occhi e li utilizziamo per sopperire a questo problema: in pratica quello che un occhio non vede, lo corregge l’altro e viceversa.

Intanto direi che è un ottimo esempio di cooperazione, poi farei notare anche il lavoro dietro le quinte: il cervello si prende tutte queste informazioni e gli da forma, andando a inventare le parti mancanti in base ai dati che ha.

Avete mai usato uno di quei programmi per il foto-ritocco che cancellano le imperfezioni? Avete scattato una foto spettacolare il giorno della laurea ma vi accorgete che sul vestito c’è un piccolo alone? Oppure un bacio appassionato sulla spiaggia con un cane che fa i sui bisogni sullo sfondo (chiedo per un amico)? Ecco in questi casi si utilizzano programmi di correzione che con un paio di clic cancellano il dettaglio e lo fanno riproponendo i dettagli dell’area circostante. Il cervello fa la stessa cosa, inventa dettagli in base alle informazioni che possiede.

Ecco qui, il cervello inventa. Noi siamo assolutamente certi di essere in possesso della verità assoluta ma la verità è che biologicamente siamo programmati per interagire, manipolare e inventare la realtà con la quale entriamo in contatto.

È stato dimostrato che questo fenomeno è anche influenzabile dal vissuto dei singoli individui e dagli stimoli ai quali sono sottoposti. In pratica sappiamo per esperienza che l’angolo di una casa è verticale e perfettamente dritto, se incontriamo un angolo che non risponde a questo criterio e si trova nella zona cieca dell’occhio, il cervello lo corregge in base a quelle che sono le sue conoscenze.

Da qui nascono poi tutte le illusioni ottiche e gli inganni visivi, ma dovrebbe scaturire anche una grande lezione di umiltà: non possiamo fidarci di quello che vediamo e non possiamo essere certi che il nostro punto di vista sia quello veritiero.

Quante discussioni si sarebbero evitate tenendo presente questa cosa? Forse in quella situazione ho solo percepito male la realtà. O forse l’ha percepita male il mio interlocutore. O forse entrambi.

Il problema con la realtà è sempre lo stesso: non è affidabile.