Autore: Antony Russo
… E gli addobbi natalizi assieme a panettoni di ogni forma e colore inizieranno a scomparire per lasciar posto a scatole di cioccolatini a cuore e peluche titanici al sopraggiungere del 14 Febbraio.
È una festa ingiustamente bistrattata quella di San Valentino da chi la addita come una ricorrenza puramente consumistica (detto dalla peggiore generazione consumistica della storia) o, piuttosto, dai qualunquisti i quali la mortificato con la classica frase “ma le attenzioni non devono limitarsi ad un solo giorno all’anno”.
Altri si sono, persino, sentiti autorizzati a vuotarla di significato e a ridisegnarne i confini: “essa riguarda ogni forma d’amore”. Pertanto, ci si prodiga in regali per i figli, per genitori e “migliori” amici, come se le altre ricorrenze “comandante” (Natale, Epifania, Festa del Papà e della Mamma) non bastassero.
Perché è tanto odiato San Valentino? Sicuramente più della Festa della Donna, che dalla nobilissima commemorazione per quelle povere martiri che hanno combattuto per l’uguaglianza ed il riconoscimento dei diritti è diventata la scappatoia per sentirsi “libere” di poter adottare comportamenti compromettenti (finendo per svilire proprio quelle lotte e mercificare il proprio corpo servendo la classica concezione tipica di una società patriarcale).
L’origine di questa “Festa” è abbastanza incerta. Tra le varie ipotesi, quella più “romantica”, passatemi il termine, è quella secondo la quale tale ricorrenza è legata alla fondazione, in Francia, il 14 Febbraio 1400, dell’Alto Tribunale Dell’amore. Secondo Wikipedia tale Istituzione era ispirata ai principi dell’amor cortese, che decideva su controversie relative a contratti d’amore, tradimenti e alla violenza contro le donne.
I giudici venivano scelti in base alla loro familiarità con la poesia d’amore.
San Valentino oggi è la festa dell’Amore Romantico, non vi è altra lettura disponibile, mi spiace per voi. Siamo noi che abbiamo il dovere di rendere meno commerciale questa ricorrenza, nonostante sia divertente ammirare la calca di uomini che, all’ultimo minuto, si riversano presso i fiorai. Donare attenzione alla persona che amiamo è doveroso, ma ciò come può inficiare l’idea di celebrare l’amore quella volta all’anno? L’una esclude l’altra? Allora non dovremmo festeggiare Papà e Mamma, perché gli altri 363 giorni ci troveremmo nostro malgrado ad ignorarli? Quindi non dovrebbero esistere nemmeno gli anniversari.
È necessario spendere capitali per far regali o prenotare una cena? No, è una nostra scelta. Io ho sempre adorato San Valentino, da inguaribile romantico innamorato dell’amore. Adoro preparare io la cena, addobbando casa o preparando la tavola con colori e oggettistica tipica, (non tutti hanno la possibilità ovvio), prodigandomi in regali simbolici, più che costosi.
In un certo senso percepisco quasi, forse da povero illuso, il romanticismo di cui si impregna ognidove, grazie all’amore sprigionato da tutti gli innamorati. Una sincronia che si verifica quella volta l’anno.
Ho utilizzato impropriamente la parola regalo, ma opterei per dono, perché quello è il vero significato di questa festa: l’amore incondizionato. Forse è questo che infastidisce un po’ tutti. Siamo rimasti in pochi a credere che si possa dare, senza ricevere nulla in cambio.
La società ha monetizzato persino l’amore.