PLUG ANALI

PLUG ANALI

Autore: Lorenzo Grazzi

Bisogna farsi… la gavetta

Nella vita c’è sempre da imparare, cominciare dal basso per poi risalire, crescere, tenendo con sé le esperienze acquisite e cercando di rimanere a mente aperta per poter mettere nel proprio bagaglio culturale il più possibile.

Per un ghostwriter questa è la base, lavorare a testa bassa su tutto quello che ti viene proposto. La stanchezza non esiste. Quello che non si conosce oggi, diventerà una ricchezza domani. Studia. Scopri. Sperimenta. Figure retoriche, stili, registri letterari. Ogni cosa che ti chiedono, ogni frase, tutto dev’essere calibrato per ottenere il massimo effetto.

Non si rifiuta (quasi) mai un lavoro, perché è un modo per fare pratica, per scoprire i tuoi limiti e per testare l’effetto della tua scrittura. Vai, veloce, scrivi e sorridi.

All’inizio della mia carriera ho accettato di tutto, volevo conoscere me stesso e farmi conoscere nell’ambiente. Il primo articolo è stato per un’azienda vinicola; tono, registro, scelta delle parole, tutto studiato per immergere il lettore nell’atmosfera agreste che il committente voleva creare.

Poi è stato il momento degli aspirapolvere. Tecnico, fluido, pratico, senza fronzoli.

Mi commissionano articoli per una rivista di salute, sono tanti e sono ben pagati. Non mi sembra vero. Bellezza, cura della persona, “per essere belli bisogna vedersi belli”, pochi trucchi ben piazzati e ottengo il risultato. 

Poi arriva la chiamata.

“Ciao, abbiamo amato molto il tuo articolo e vorremmo proporti una collaborazione…”

“Ne sarei felice!” 

(nella mia mente sento ribollire le idee. Sono un figo pazzesco. Ho una collaborazione! Ma quanto sono gasato. Poi il settore bellezza me lo mangio).

“Non si tratta però della stessa rivista, parleremo di altro. Il compenso è un pochino più alto, ma siamo flessibili sulle consegne”

(Non ci posso credere! Lavorerei anche gratis pur di una collaborazione fissa. Le consegne non saranno un problema, dovessi scrivere di notte… ah, quello già lo faccio!)

Rimaniamo d’accordo per ricevere il materiale via mail il giorno seguente.

In trepidazione passo la giornata ad aggiornare la mail ogni 32 secondi. Non è che hanno cambiato idea? Devo scrivere qualcosa io tipo “ciao, scusa, non voglio disturbarti ma ho dei problemi con la mail, non è che mi hai già spedito tutto? Perché non l’ho ricevuto…” Pessima idea, sta fermo e aspetta se no sembri un morto di fame. Ma quando spediscono?!

Alle 20:43. Mail.

Apro. Gelo.

Gentile Autore, avremmo bisogno di 4 articoli per un totale di 20.000 battute. Potrai selezionare in autonomia  come muoverti tenendo conto del tema e collegando tra di loro le parole chiave fornite.

Tema della commissione: I MIGLIORI 14 PLUG ANALI: COME SCEGLIERE QUELLO PIÚ ADATTO A TE.

Ci piacerebbe che parlassi del materiale e che ti aiutassi con le recensioni disponibili sul web.

Buon lavoro.

Forse sono caduto e ho battuto la testa. Rileggo. Vederci ci vedo… il pc ha un virus, sicuro. Lancio l’antivirus. No, niente. Magari il virus ce l’ho io.

E adesso?

Il primo giorno di lavoro è da panico. Leggo centinaia di recensioni, scopro un mondo fatto di piacere nel quale i clienti sono anche autentici esperti degni di essere invitati in un programma tv come opinionisti. Ne sanno così tanto che persino Siffredi sentirebbe la voglia di fare domande. 

“Ho trovato molto pratico questo prodotto. Può essere lavato comodamente anche il lavastoviglie”.

“La forma è piacevole, ma per il mio gusto personale è troppo piccolo”.

“Ho fatto una sorpresa a mia moglie, è rimasta entusiasta. Attenti perché poi potrà fare a meno di voi!”.

“Ho scelto questo giocattolo per il suo alto valore ecologico e perché può essere usato anche come complemento d’arredo senza destare imbarazzo”.

“Ergonomico e funzionale, ma lo preferivo con le vene più spesse”.

“Mi sono trovata molto bene, peccato che il colore non sia granché. Speriamo lo facciano anche in viola”.

Col sangue agli occhi si conclude il primo giorno. Il secondo è una scoperta dietro l’altra. Cleopatra ne usava uno in vetro che riempiva di sabbia calda. Lo sapevate? Io no.

Esistono sex influencer che dalle pagine dei loro blog recensiscono centinaia di oggetti, facendo anche centinaia di euro, alcuni dei più famosi scrivono per giornali del calibro di Vogue.

Tra i giovani blogger c’è la moda di realizzare calchi in lattice del proprio “miglior amico” da vendere alle fan (almeno alcuni di questi devolvono gli introiti a cause benefiche… pensare che molti koala durante gli incendi in Australia del 2019 sono stati salvati grazie a questo lavoro del… è il caso di dirlo, ca**o!).

Dieci giorni dopo è tutto pronto. Pulito, splendido. Tono, registro, scelta delle parole. Quando, soddisfatti, mi pagano a occhi aperti vedo ancora passare giocattoli di ogni forma e dimensione. 

Ma ho scoperto un mondo divertente, che non si prende troppo sul serio ma che ama giocare esplorando serenamente il proprio piacere.

La regola è quella di amare il proprio corpo. Nel sesso, più che mai, si fa l’amore prima di tutto con sé stessi e conoscere i punti sensibili, soddisfare le fantasie più intime senza pudore, pare essere il punto d’arrivo di ogni sano rapporto con il sesso.

Per la prima volta ho riflettuto su questa sfera della vita come atto egoistico nel quale il piacere da dare è quello verso di sé, solo così lo si potrà condividere con un’altra persona.

In particolare per le donne questa pare essere una lezione difficile da apprendere perché per secoli sono state considerate oggetti del piacere maschile, brave a letto solo quando sanno come dare piacere al proprio uomo, fino a considerare il proprio corpo uno strumento, un giocattolo altrui.

Riflessioni a parte, è anche per questo che amo fare il ghostwriter, per scoprire cose, punti di vista che diversamente non avrei valutato.

Per cui nulla di cui stupirsi se le successive commissioni riguardavano i 20 vibratori più regalati per San Valentino!