PAZIENZA O FRETTA, LA SFIDA DI DUE ETERNE RIVALI

PAZIENZA O FRETTA, LA SFIDA DI DUE ETERNE RIVALI

Autore: Davide Libralato

A detta di tutti, le passioni vanno coltivate, a prescindere dalle capacità e dal talento più o meno marcati. E fin qui credo siamo tutti d’accordo. 

Senza stare ore a parlare delle motivazioni che scarseggiano e dell’autostima che è necessaria come l’aria, a volte riconduciamo i nostri fallimenti o peggio ancora le nostre rinunce nascondendoci dietro il tempo che ci manca, dietro le possibilità che non abbiamo o ancora dietro le opportunità che non possiamo cogliere. Spesso il peggior nemico delle nostre passioni siamo proprio noi stessi. In che modo? Come può risultar possibile che qualcosa che ci piace non riesca a inserirsi a pieno titolo nella nostra (oltremodo impegnatissima) vita? Beh, com’è normale che sia, innescando riflessioni di questo tipo potremmo scrivere dei veri e propri trattati in merito, ma adesso vorrei approfondire solamente un aspetto di questa eterna ricerca di noi stessi. Una delle verità con cui dobbiamo onestamente confrontarci è quella di voler aver immediatamente il risultato sottomano… all’istante proprio; parlare quindi di fretta è più che legittimo, di quella maledetta componente che entra a gamba tesa ancor prima del fischio di inizio della nostra partita con qualsiasi cosa in cui ci cimentiamo. Come dice un mio amico la pazienza e la calma pagano, la fretta no. La calma a cui mi riferisco – “dote” che ricerco anche io continuamente – dovrebbe essere quella reale necessità di gestire con attenzione il tempo e quello che può renderci senza quindi far le cose in maniera precipitosa e di conseguenza affrettata. Essendo noi stessi i protagonisti della nostra vita dovremmo essere molto accorti nel gestire questa cosa. La fretta aggiungo, non può che influire (quasi sempre) negativamente togliendo qualità in ciò che facciamo rendendoci i primi insoddisfatti del famoso risultato che vorremmo ottenere, rischiando oltretutto di allontanarci dalle cose in maniera precipitosa. 

L’unico vero punto fermo nel quale non dobbiamo avere nessun tipo di pazienza è la “pretesa” di divertirci mentre stiamo facendo ciò che tanto ci piace, perché questo determina e cambia l’economia di quello in cui realmente puntiamo. Gli hobby e le passioni non devono riempire dei buchi che abbiamo qui e lì, ma devono aggiungere gusto alla nostra esistenza, devono esprimere qualcosa di tangibile all’immagine che abbiamo di noi stessi e, perché no, regalarla anche agli altri. Conosco persone che disegnano o dipingono senza condividere con nessuno ciò che fanno, come altri che scrivono delle bellissime cose per tenerle all’interno di un diario segreto, (anche io per un periodo della mia vita ho fatto questo…) per non parlare di tutti quei musicisti che per diletto suonano da decine di anni senza aver inciso nulla o senza aver mai suonato per un pubblico che superi i due/tre fedelissimi della sala prove; o ancora appassionati vari del fai-da-te che hanno acquistato e usano con arte macchinari e utensili da far invidia ai migliori laboratori artigianali. 

Questa tipologia di individui ha più di qualche aspetto che secondo me risulta vincente: nelle loro svariate esperienze non rincorrono con fretta il successo immediato o riscontri  rassicuranti da qualificati addetti ai lavori. Mettono invece davanti la loro crescita (personale o di squadra che sia) in maniera graduale, a prescindere dal  risultato, che sia esso immediato o che ci vogliano anni. Il vantaggio sta sempre nella consapevolezza che la fortuna risiede prima nel piacere che proviamo esprimendo il nostro essere anziché negli applausi che riceviamo. Perché questi ultimi arriveranno sicuramente, per un motivo o per l’altro, da chi ci conosce e sa quanto impegno ci mettiamo e anche da chi magari di sfuggita può ammirare quanto siamo riusciti a fare. L’importante è migliorarsi sempre, e se il tempo è condito con il sorriso, anche l’attesa risulta più leggera e gustosa!