OLTRE IL TAPPETO ROSSO

OLTRE IL TAPPETO ROSSO

Autore: Anita Orso

In questi giorni si è svolta la settantacinquesima edizione del Festival del Cinema di Cannes e tutti abbiamo visto il famoso “red carpet”, trasmesso nel web, in televisione oppure ritratto sulle foto giornalistiche dello spettacolo e della moda. Sulla striscia di tessuto rosso che segna il percorso di accesso all’edificio, in cui si svolgono gli eventi celebrativi del cinema, sfilano molti personaggi famosi, i cosiddetti VIP.   Non si tratta di un semplice passaggio, di una camminata qualsiasi, ma è molto di più, è lo spettacolo nello spettacolo. Una Entrée come si dice in francese in ambito gastronomico, ovvero il piatto di apertura del pranzo! Tutti i personaggi, che siano del cinema, dello spettacolo, della moda e dello sport, quando sfilano salutano i fans che stanno pigiati dietro alle transenne per vederli, fanno selfie con loro, si fanno fotografare dai fotografi professionisti e rilasciano interviste ai giornalisti.

Trattasi dell’ennesimo momento di celebrità, dell’esaltazione del proprio ego e del mettersi in mostra. Quest’ultimo punto sembra essere molto importante perché in questa occasione si indossano abiti di alta moda e i look passano sotto la lente attenta e spietata degli esperti di moda.

I commenti non si fanno aspettare e le foto, soprattutto delle vip donne, si diffondono rapidamente perché, “mesdames et messieurs è di scena la Moda!” Quindi, si leggono e si ascoltano dettagliate descrizioni dei vestiti di noti stilisti e si danno le cosiddette “pagelle”; chi era la più bella del Reame? Ops, scusate, del Festival? A giudicare dalle notizie che echeggiano direi Naomi Campbell. Una delle più famose top model a livello internazionale che ha iniziato la sua carriera sin da bambina. A otto anni partecipò ad un video musicale di Bob Marley e a quindici già sfilava sulle passerelle. La particolare bellezza e l’inimitabile falcata l’hanno resa così tanto celebre che è bastato farle percorrere il tappeto rosso a Cannes per finire su tutte le notizie. Ha sbaragliato le più giovani e ha catalizzato l’attenzione dei media soprattutto per il fatto che all’età di cinquantadue anni ha un fisico in perfetta forma.

Ecco, il mondo della moda è proprio questo, ovvero apparire. Si basa sull’aspetto fisico e sulle misure adatte per indossare capi di abbigliamento, ma non è solo questo, è anche spirito di sacrificio, accettazione di compromessi, umiliazione, esaltazione, competizione e ossessione.  È indubbiamente un ambito che affascina, per l’immagine, per lo splendore e per la popolarità, ma se non è ben gestito può diventare pericoloso e spietato.

Io personalmente l’ho conosciuto e frequentato per un brevissimo periodo perché mi ha spaventato e quindi ho scelto di abbandonarlo. Avevo poco più di vent’anni e non avevo la maturità per affrontare un mondo troppo artefatto. Avete presente il famoso film del 2006 “Il Diavolo veste Prada” con Meryl Streep e Anne Hathaway? Ecco, la mia Miranda Priestley si chiamava…no, non posso fare il suo nome, per ovvie ragioni, ma era la direttrice di un magazine di moda internazionale, peccato fosse un’arpia!

Tralasciando la mia esperienza che preferisco mantenere riservata, posso dire che in quel periodo seppure breve, ho visto solo competizione e invidia. Non mi ritengo un’esperta di moda e non ho acquisito l’esperienza di redattrice, avendola interrotta precocemente, ma ho una mia opinione personale soprattutto per quanto riguarda le modelle. 

Parlo al femminile perché purtroppo ho riscontrato che sono soprattutto le bambine ad essere “lanciate” in questo mondo. Prima vi ho scritto che Naomi Campbell ha iniziato da ragazzina e se la prendo come esempio non posso negare che sia riuscita a costruire una carriera meritevole di riconoscimento, ma siamo onesti, tutte le bambine che le mamme portano ai provini presso le agenzie di moda, sono delle promettenti top model? No, sono delle bambine che vengono educate e cresciute da mamme che proiettano su di loro i sogni che non hanno realizzato in prima persona, oppure che vedono in loro delle fonti di guadagno “facile”.

Qualche giorno fa ho visto un video in cui c’erano delle bambine che partecipavano ai concorsi di bellezza, un contest che si svolge negli Stati Uniti. Sono rimasta scioccata, erano delle donne in miniatura, avranno avuto otto anni o anche meno e si muovevano come delle adulte. Avevano vestiti attillati e sexy, trucchi pesanti, acconciature assurde. Mi è venuta una morsa allo stomaco. Ho pensato alle madri che arrivano a fare questo alle figlie, praticamente le rovinano l’età più bella della vita, ovvero l’infanzia e per giunta le sfruttano. Una cosa abominevole.

Quanto sarebbe bello che la moda assumesse un carattere più concreto, che non fosse solo superficialità, che i modelli e le modelle fossero uomini e donne, non dei ragazzini immaturi, che avessero una personalità che spiccasse sull’apparente fisicità. Questo mondo ha bisogno più di teste pensanti, di rispetto e di profondità per brillare! Meno lustrini e più consapevolezza.