NON GIUDICARE PER ESSERE GIUDICATO

NON GIUDICARE PER ESSERE GIUDICATO

Autore: Lorenzo Grazzi

“Ops I did it again!” cantava qualche decennio fa Britney Spears, ma non è l’unica pop star a ricadere negli stessi errori.

Qualche tempo fa papa Francesco aveva fatto una simpatica (?) gaffe con le associazioni animaliste, e ora è ricapitato: il pontefice, nell’ambito degli Stati generali della maternità, in compagnia del presidente del Consiglio ha raccontato di essersi arrabbiato con una donna che dopo averlo avvicinato gli ha chiesto di benedire il suo bambino mostrando un cagnolino.

Il santo padre si è sentito in dovere di specificare che i cani (e gli animali in generale) non sono bambini e guai a pensare il contrario. La vicenda si è conclusa con l’indignazione della associazioni animaliste.

Ma non è che si sia proprio conclusa in realtà perché, come la Chiesa ricorda spesso, il male si insidia in modi banali.

L’affermazione di papa Francesco, all’apparenza innocua, è una vera violenza sociale: prima di tutto perché, a meno che il papa non abbia ritenuto che la signora in questione non si fosse davvero accorta che il suo bambino era un po’ troppo peloso per essere un pargoletto, c’è una volontà di giudizio che comprende l’intera vita della donna.

Cosa ne sappiano noi, papa compreso, della vita di quella sconosciuta appena vista che chiedeva una benedizione? Siamo certi che non avesse tentato in tutti modi di avere un figlio senza risultati? Siamo certi che un figlio non l’avesse avuto e poi perso? Siamo certi che quel cucciolo non fosse l’unica famiglia che le rimane?

La signora probabilmente non era pazza, era consapevole di avere in braccio un cane, ma forse per il suo sentire, per la sua storia, per il suo passato, l’affetto che prova per lui è paragonabile a quello che si prova verso un bambino. E non compete certo a noi, a nessuno di noi, giudicarlo.

Mi tornano alla mente le parole di un grande uomo che ha cambiato la Storia in modi in cui la Storia non si aspettava di essere cambiata, parlo del Mahatma Gandhi che disse “la civiltà di un popolo si misura nella maniera in cui tratta gli animali”, e non c’è nulla di più vero.

L’uomo si arroga il diritto di sfruttamento degli animali, li alleva per i suoi scopi, se ne nutre e quando non sono utili, o si azzardano a fare gli animali, allora vanno eliminati, come sa bene l’orsa JJ4 che rischia di essere abbattuta per aver difeso i cuccioli da quello che riteneva un pericolo. Perché la Natura è bella, ma non si azzardi a fare la Natura. Fortunatamente non abbiamo il potere di rade al suolo le montagne se no al prossimo scalatore che precipita sai che brutta fine farebbe il Monte Bianco?!

E Gandhi fa riferimento proprio a questo, gli ultimi della società umana sono gli animali e una persona la puoi definire non in base a come tratta i suoi simili (e meno ancora i suoi superiori), ma per come si approccia agli ultimi.

Capiamoci… se siete un responsabile in una grande azienda è più facile che facciate la voce grossa con un vostro dipendente che con il CEO. A sua volta il dipendente è più facile che si faccia forza davanti a un novellino arrivato da poco che con il capo. Perché? Perché è più facile e con meno conseguenze. Ci sono posizioni che garantiscono quel tanto di protezione (anche contrattuale) che eleva le persone se non a un grado di sviluppo superiore almeno a una certa tranquillità verso i comportamenti.

Se ti considero inferiore (per ceto sociale, condizione economica, sicurezza contrattuale, specie, genere…) allora posso fare ti te ciò che voglio. Nascono da questo atteggiamento il machismo o l’omofobia, per esempio.

Lo sanno da sempre le minoranze contro le quali si sfogano persone frustrate, che nella loro vita sono schiacciate da altre persone frustrate, in una società che non è altro che un’infinita matrioska fagocitante.

Ecco, il tassello più piccolo della matrioska sono gli animali, incapacitati a difendersi per mancanza di mezzi (non certo di acume), così come i bambini, vittime di abusi perché indifesi, costretti ai lavori forzati in alcuni Paesi perché incapaci di dire di no, spose bambine vittime della società sbagliata.

Se, come recita la Bibbia, l’uomo è stato messo a guardia e comando di tutte le altre specie, abbiamo anche il dovere di proteggerle, difenderle e portare avanti i diritti che loro non possono rivendicare.

Caro papa Francesco, deridendo, giudicando una donna che ti chiedeva di portare luce alla sua creatura hai ferito il pianeta intero, e tutti i deboli, gli indifesi, le minoranze. 

Dio si sarebbe adirato se invece avessi sorriso e benedetto il cagnolino?