NON C’E’ PANE PER DONNE

NON C’E’ PANE PER DONNE

Autore: Sabrina Fava

Immagine di Cottonbro Studio

Chi dice di non aver mai guardato un film in streaming illegale, mente. Quando le piattaforme di cui disponiamo ora (Netflix, Prime Video, NowTV ecc.) non si erano ancora diffuse in Italia, l’unico modo per non spendere milioni negli store di noleggio o vendita, di serie televisive o film, era ricorrere alla pirateria.

I modi per usufruirne erano così tanti che ognuno di noi, con consapevolezza, era indeciso su quale sito utilizzare. La necessità di risparmiare denaro e tempo ha portato molti al peccato. Che questo gravasse sugli incassi delle case cinematografiche non ci interessava molto. L’importante era accendere il computer, aprire il vecchio e caro Internet Explorer e raggiungere il risultato. Allora era una vera e propria mission impossible.

Click dopo click, caricamento dopo caricamento, forse, finalmente giungevano i primi fotogrammi a impressionare lo schermo. La qualità era così bassa che i personaggi sembravano appartenere a un videogioco anni ’90, ma non importava:la soddisfazione di essere riusciti a trovare il film, o la serie televisiva, tanto desiderata, era impagabile. In lingua originale sottotitolata, sgranata, con colpi di tosse in sottofondo. Era un’esperienza perfetta.

Ed ecco che, dopo pochi attimi, il sogno si infrangeva. Appariva una nuvoletta con una rappresentazione della Katia o Sasha di turno. Donne che incredibilmente si trovavano a pochissimi chilometri di distanza e che desideravano proprio noi. Le dita si spostavano sul mouse e cliccavano sulla chiusura del pop-up ma la situazione precipitava ogni volta. Si apriva una pagina con altrettante ragazze desiderose. Con sguardo esterrefatto, probabilmente non tutti, rimediavamo all’impiccio, ritornando alla visione cinematografica.

La situazione non è poi così tragica se siete degli uomini. Ma come fanno le donne ad affrontare una simile delusione? Ponendolo su un piano ironico, la delusione non insorge nel momento in cui appaiono figure discutibili, che ovviamente sono truffe travestite, ma nel momento in cui ci si rende conto che per chi desidera l’altro sesso non c’è speranza!

Perciò la domanda essenziale non è tanto perché queste fittizie donnicciole appaiano desiderose. La vera domanda è perché oltre a Katia e Sasha non si mostrino anche Kevin e Samuele? In un mondo in cui la sessualità sembra ancora una faccenda da uomini, non si può dire nient’altro che non sia “Non c’è pAne per donne”.