Autore: Silvia Vercesi
Se c’è una attività a cui non rinuncio, sono le raccolte punti, in particolare quelle dei supermercati con i bollini. Per prendere poi cosa? Asciugamani? Ne ho già un sacco, che non so dove mettere, ma questi sono di marca!
Oppure pentole, e anche di pentole ne ho già parecchie, ma queste sono di qualità ed adatte anche all’induzione …e poi… coltelli, piatti, tazze, pupazzi, borse, zaini, biancheria per la casa e chi più ne ha, più ne metta… tutti questi oggetti mi servono? Quasi mai, potrei farne a meno? Sicuramente sì. Il più delle volte poi i premi non sono nemmeno gratuiti, ma prevedono un “piccolo” contributo, che in valore assoluto, tante volte non è poi nemmeno così troppo piccolo.
Ma allora, perché ci casco sempre? Se finita una campagna ne parte subito un’altra, evidentemente non sono la sola che si lascia attrarre da questa modalità promozionale.
Si stima che nove italiani su dieci seguano almeno una raccolta punti, ed in effetti non credo di conoscere nessuno che non si sia cimentato almeno una volta in questa attività.
Penso poi che una parte importante la facciano proprio i bollini: qualcosa di fisico che guadagni a fatica, spesa dopo spesa, ma che puoi anche scambiare e/o regalare, tra amici e parenti, ma non solo; anche a voi è capitato che qualche sconosciuto, in fila davanti a alla cassa del supermercato, vi cedesse i bollini? “Grazie, molto gentile!”. E così eccomi con la mia tessera per la raccolta punti, anzi con le mie tessere e bollini, conservati in un’apposita cartellina trasparente, perché va anche calcolato se conviene un solo premio più importante o più premi “minori” e quindi non incollo tutti i bollini subito, ma sono pronta a mettere in piedi la giusta strategia, affinché il premio, o i premi scelti, possano finalmente essere miei!
Ma ecco che nel portafoglio ritrovo un bollino inaspettato…
Ma… mannaggia! È della raccolta già scaduta!