Autore: Lorenzo Grazzi
L’essere umano è un gran creativo, un animale che cerca in tutti i modi non solo di plasmare la realtà, ma anche di crearla.
Fin dalla nostra apparizione sul pianeta, o meglio, fin da quando ci siamo accorti di possedere un pollice opponibile, abbiamo voluto dare sfoggio della nostra creatività tappezzando le grotte di mezza Europa con graffiti che facessero intendere ai posteri quanto eravamo bravi a disegnare.
Avevamo inventato una cosa nuova, che in natura non esisteva. Avevamo iniziato un percorso su di un nuovo binario.
Da lì in poi è stato un susseguirsi di spacconate, una volta realizzato quello che potevamo fare con il pollice opponibile non c’ha fermato più nulla: musica, scultura, scrittura… e poi tutte le regole inventate per mantenere in piedi il sistema.
Se sei in grado di disegnare un rettangolo vuoi anche sapere come si calcola la sua superficie e allora ti inventi la geometria.
Se sai disegnare dei bisonti al pascolo hai anche bisogno di un linguaggio scritto che ti aiuti quando davvero non hai il tempo di disegnare un gruppo di bisonti! E allora ti inventi le parole, gli alfabeti, le lingue.
Così, da una semplice idea, ci ritroviamo con le Sei Arti Maggiori: Architettura, Scultura, Pittura, Musica, Letteratura e Danza.
Poi la vita va avanti ed ecco che si inventano il cinema, e perché non aggiungerlo alla lista?
Ma c’è un altra arte, che si è fatta strada nel mondo in maniera molto umile, silenziosa e discreta nonostante nasca proprio per manifestare idee e, come dicono i giovani, “Far casino!” (lo dicono ancora?).
Credo non si possa che definirla Ottava Arte e sto parlando, ovviamente, di quella forza creativa che si nasconde dietro agli striscioni.
Non parlo di banali frasette riportate su un lenzuolo sbandierato, parlo di quei brillanti colpi di genio che si manifestano come apparizioni divine nel posto e nel momento giusto, che raccontano una fotografia del tempo presente fermandolo in un concetto.
Non mi credete? Ve lo dimostro.
Credo nessuno abbia dubbi sul fatto che il calcio sia il terreno di elezione preferito per gli striscioni; nel folto delle banalità come “Forza Taldeitali” però a volte si trovano vere perle rare.
Il caso più emblematico della moderna arte (questa volta in minuscolo) del pettegolezzo è senza dubbio la fine della relazione tra la Blasi e Totti; superata la costernazione per questa calamità però facciamo un passo indietro in un passato nostalgico a quando i due si erano fidanzati e allo stadio i tifosi laziali si congratulavano con il “Pupone” con un simpatico striscione che recitava “Ilary-Totti: una letterina per un analfabeta”.
Che momento epico per il calcio!
Certo, molto meglio del bubbone Calciopoli che è costato caro a diverse squadre e che vedeva in Moggi il direttore di tutta l’orchestra.
Meno male che qualcuno l’ha presa sul ridere e, anzi, ha approfittato per cercare di entrare nel club, anche se in maniera più discreta: “Moggi chiama i miei professori per cambiarmi la pagella”.
Tentar non nuoce.
Ma non pensiamo solo al calcio, noi uomini sentiamo da sempre il bisogno di manifestare le nostre idee e la musica non fa certo eccezione.
Parliamo della ragazza che al concerto di Bruce Springsting si era portata il cartello con la scritta “I was made at Springsting concert” fotografando per sempre il clima… goliardico… che si respira ai concerti del Boss.
E arriviamo poi ai temi sociali che oggi sono diventati un vero tormentone in particolare legati all’ecologia; dunque perché non portarsi appresso lo striscione con “Ci avete rotto il clima” o “Non esiste pianeta B” con un gioco di parole tra Piano e Pianeta a sottolineare l’impellenza di decisioni e azioni immediate sul tema.
Credo che si debba un applauso (o almeno una pacca sulla spalla), al ragazzo che alla marcia per il clima ha “sventolato” uno striscione realizzato su di un post-it incollato a una matita con la scritta “Usate meno carta”.
La coerenza è tutto nella vita.
In tema di marce e diritti, non si può non citare lo straordinario striscione comparso al Gay Pride di Roma nel quale si leggeva “Per la Chiesa siamo diversi: hanno ragione. A noi piacciono maggiorenni” infliggendo con una manciata di parole un colpo bassissimo e una rivendicazione nello stesso tempo.
E veniamo alla politica moderna, perché quella di qualche tempo fa dubito che si sarebbe svilita con striscioni in Parlamento.
Se il leghista Salvini si è presentato al Parlamento Europeo con la scritta “No sanzioni alla Russia” (poco creativa, a mio parere), la nomina del nuovo Presidente della Camera, Fontana, è stata accolta dallo striscione “No a un presidente omofobo pro Putin”.
Come detto, anche se in sordina, anche se per un solo momento, la storia degli striscioni è una fotografia molto precisa della storia dell’uomo.
Bravo Lorenzo
Un articolo molto interessante e spassosissimo!
Bellissimo articolo, bravo! Riesci sempre a dire qualcosa di interessante strappando anche un sorriso, che non guasta.