Autore: Lorenzo Grazzi
Mi siedo con fare noncurante alla scrivania, apro la posta elettronica sul cellulare e inizio a leggere la serie di spam che il web è così felice di propinarmi ogni giorno.
Cancella, cancella, cancella, cancella… no, aspetta… e questo cos’è? Un editore! Ma… aspetta un po’… vuole pubblicare una raccolta delle mie poesie! Ma davvero!?
Salto sulla sedia, annuncio a parenti e amici che sta per uscire un nuovo libro, il tempo di stampare il contratto, firmalo e sono il nuovo Kavafis!
Leggiamo bene il contratto: urca! Vogliono 45 poesie inedite da inserire (ma ne avrò 45 adatte a questa occasione? Meglio controllare che se no le devo scrivere nel corso della notte!), mi mettono a disposizione un edito professionista (ma questo è pazzesco! Finalmente un libro che non devo spulciare mille volte in solitaria per eliminare refusi!), mi propongono anche una comparsa in una rete locale con la registrazione della puntata per presentare il libro (ma chi sono?! Oddio… devo lavorare sulla firma, scrivo troppo male per fare delle dediche sui libri… domani provo a scrivere il mio nome 1600 volte, così vedo come va), la prefazione sarà redatta da un Maestro poeta (avranno riesumato Leopardi per l’occasione? Beh, mi posso accontentare anche di Emily Bronte).
La stampante emette fogli a ripetizione (e anche fumo, in effetti… ma appena guadagnerò il primo milione di euro la cambio, giuro).
La penna tentenna sul foglio. Aspetta, cosa dice qui? Stamperanno 250 copie del mio capolavoro, ma devo acquistarne 100 alla modica cifra di 1200 euro, ma è un’occasione d’oro vista la proposta.
Non sono così convinto.
Rimangono 150 copie da vendere all’editore Maestro e mi pagheranno il 20% del prezzo di copertina. Prendo la calcolatrice perché sono un grande poeta ma un pessimo matematico… per guadagnare i 1200 euro investiti in questa grande occasione, l’editore dovrebbe vendere le sue 150 copie a 40 euro l’una.
Ora, l’autostima va bene, ma credo che neanche una copia autografata da Pascoli dopo la morte possa essere venduta a 40 euro… i casi sono due: o mi sottovaluto parecchio (ma proprio parecchio) o sto per perdere un sacco di soldi.
Sono cautamente ottimista nella vita, ma credo poco ai colpi di c**o, per cui mi sa che sto per perdere un sacco di soldi.
Demolito, affranto e col cuore spezzato mi cancello dai social dove avevo annunciato la prossima pubblicazione della mia opera omnia, distruggo il cellulare a martellate e vado in comune per cambiare nome (forse cambierò anche sesso), nella speranza che nessuno ricordi più la mia esistenza di scrittore sfruttato.