LO SCRITTORE MARPIONE

LO SCRITTORE MARPIONE

Autore: Lorenzo Grazzi

Viviamo in un’epoca di ignoranza dilagante, di incapacità di ragionamento, non siamo più in grado di comprendere un testo pur sapendolo leggere.

Nel nostro mondo moderno non si legge quasi più e i libri, straordinaria invenzione dell’uomo, stanno lentamente tornando a essere reliquie scomode, davanti alle quali il popolino conscio delle proprie lacune culturali, si avvicina con sempre maggiore paura, quasi con l’ansia di non essere all’altezza dei loro messaggi, dei loro misteri.

Così la cultura diventa iconica e i personaggi che puntano a restare impressi, se non nel tempo almeno nella mente, sanno che non possono esimersi dall’avere un libro con la loro bella faccia impressa in copertina.

Nascono così, per soddisfare l’ego dei VIP e fingere di colmare le lacune del popolino, libri che raccontano le vicende di sportivi, letterine, subrettine, personaggi che hanno il vanto di aver passato 1436,92 giorni all’interno della casa del Grande Fratello (anche se, chiaramente, non hanno idea del Grande Fratello raccontato da Orwell. Orwell chi?).

In questo marasma di cultura di bassa – per non dire infima – lega, ecco ergersi un personaggio che ha fatto della sua mente il biglietto da visita, delle sue cellule grigie una bandiera, dei libri che legge un vanto che si equipara solamente al suo sdegno verso l’ignoranza congenita: lo scrittore marpione.

Questa creatura mitologica che percorre la terra come il più raro tra i Pokémon, è colta (o si ritiene tale, ma con una sicurezza tanto ostentata che poi anche gli altri finiscono per credergli), istruita e, soprattutto, ansiosa che il resto del mondo se ne accorga.

Non lo troverete mai al centro dell’attenzione, mai su un palco a pavoneggiarsi, no, questo animale fantastico è discreto, vi seguirà, vi ammalierà con discrezione fino ad accecarvi.

“Mi scusi, ma lei è quello del libro?”

“Come? Ah, sì… sono io, ma non mi piace vantarmi. In effetti poi in quella foto non sono venuto molto bene, non come in quelle del mio profilo Instagram”.

Lo scrittore marpione ha un solo punto debole nella sua lucente armatura culturale: le donne. Lui le ama, le osserva, le studia per essere certo di colpire nel segno. 

Quando le avvicina sa già di averle in suo potere perché prima ha compiuto una minuziosa ricerca sui loro vestiti, sulle loro abitudini, sulla loro gestualità.

Ecco la ragazza con il cocker…

“Il suo cane è davvero bello” dice lo scrittore dopo aver notato con quanto amore la ragazza si rivolge al cane.

“Oh, grazie” risponde la vittima incauta.

“Dicono che le fulve siano un peperino” prosegue lo scrittore marpione lanciando uno sguardo discreto che vaga dal manto rossiccio della bestiola ai setosi capelli della ragazza.

“Oh, in realtà sono abbastanza facili da domare”.

“Non sempre. Sai, in passato le ho allevate”. 

Applausi, coriandoli, squilli di trombe. 

In una sola frase lo scrittore è passato al tu, ha vantato la sua conoscenza in merito alle fulve (di qualunque razza) e ha suggerito un implicito multisenso.

Ma lo scrittore marpione è anche quello che vi intratterrà parlandovi di libri, non necessariamente dei suoi (l’abbiamo detto, che è uno scrittore ve lo suggerirà senza sbandierarlo).

Lui ci tiene a farvi sapere che non state parlando con una persona qualunque, ma con un eletto, un pavone travestito da mortale.

Eccolo lì, in libreria, mentre la vostra migliore amica sta presentando il suo libro. Lui non può mancare perché la vostra amica è davvero carina e lui sa, sa per forza, che ci sarete voi, amiche del cuore, accorse a sostenere l’autrice.

Vi avvicinerà con discrezione…

“Un libro interessante, non trovi?”

“Molto particolare. L’autrice è una mia amica”

“Ma davvero? Spero che ti abbia inserita nel libro. Io ti inserirò senz’altro nel mio”.

Rossore, imbarazzo, sorriso.

Lui sa che vi ha in pugno perché in un solo colpo vi ha suggerito che è uno scrittore e che della vostra bellissima amica che ha persino scritto un libro non gli frega proprio nulla, lui ha attenzioni solo per voi e voi, agnellini sacrificali, ne siete estasiate.

Se finite nel mirino dello scrittore marpione non avete molte possibilità di fuga, vi placcherà come il più abile dei rugbisti. Ma forse potete provare a difendervi.

Lasciatelo parlare, lasciatelo sfogare. Lo scrittore marpione ama l’immagine che ha di sé, assecondatelo, provocatelo se necessario e poi, a un passo dalla capitolazione infliggete il colpo mortale: “Ah, ma sei quello che ha scritto il libro Taldeitali… sai che non mi è piaciuto per niente!”