Autore: Lorenzo Grazzi
Ci sono tanti tipi di lettori. Quelli invasati che se non scrollano 10 libri al mese vanno in affanno, quelli che se ne leggono 1 all’anno va bene, quelli che devono avere una pila di testi infiniti (ai quali non metteranno mai mano) sul comodino, quelli che a volte si ritrovano per caso in libreria e allora “perché no?”, quelli che leggono solo quando gli pare, quelli che devono avere un libro in borsa prima ancora del portafogli, quelli che non prendono l’auto se non c’è un audiolibro in sottofondo, quelli che la metro è una sala di lettura, quelli “era in sconto” si ripetono al milionesimo libro che acquistano.
Poi ci sono quelli che leggono per genere.
Solo fantasy, solo romance, solo gialli (va beh, anche mistery), solo noir, solo thriller, solo saggi, solo narrativa impegnata al punto che se l’autore non può sfoggiare una laurea dall’università della vita come farebbe un rapper con un foro di proiettile sulla spalla, non se lo filano nemmeno.
Ci sono poi i vagabondi da biblioteca, quelli che entrano e ovunque si trovino riescono a comprare qualcosa, anche in una biblioteca svedese quando non conoscono lo svedese.
E poi i più atroci di tutti, quelli che leggono un massimo di due autori. Nella loro biblioteca privata non manca niente dei loro beniamini, hanno persino trafugato la tesi di laurea del loro eroe e potendo raccattano la lista della spesa dall’immondizia. Ogni cosa che esce dalla penna dell’autore Supremo loro la possiedono. “Non avrai altro dio all’infuori di me” sono soliti recitare durante l’acquisto della copia vergata in oro e pelle umana del nuovo volume.
La lettura è una cosa molto soggettiva, in effetti. Ci sono decine di modi consigliati sui social, su internet e persino dagli psicologi per invogliare i bambini a iniziare a leggere, come se avere un figlio che non legge sia un’onta da tenere nascosta. Rilassatevi e non dimenticate che il verbo “leggere” non supporta (e credo che non lo sopporti nemmeno) l’imperativo.
C’è poi da dire che leggere dovrebbe servire per aprire la mente, per infilare in testa il seme di nuove idee che, piano piano, diventeranno mondi… che senso ha fossilizzarsi su una manciata di autori? O su un solo genere? I grandi del passato avevano una formazione che andava dalle scienze alla letteratura, non si lasciava indietro niente, perché per noi è così difficile aprirci a cose diverse dal nostro sentire? Non siamo un po’ troppo vivi per diventare fossili?
Per fortuna nostra la pigrizia ha un nuovo nemico. Si tratta di “challenge letterarie” che hanno lo scopo di aiutare il lettore a spingersi oltre rispettando i propri limiti, i propri tempi e anche le proprie passioni. Insomma, pronti per l’avventura ma con la sicurezza di aver prenotato un hotel a cinque stelle per la notte!
Come funzionano le challenge letterarie? Sono molto semplici e anche divertenti, prendiamo ad esempio una di quelle che ha spopolato nel 2022: Dangeons of Readers.
Non si paga nulla, non si acquista nulla, ci si diverte molto. Andate sulla pagina web dell’iniziativa e scaricate (o stampate) la mappa e le istruzioni. Vi troverete un manualetto di poche pagine e una piantina che richiama molto quella dei vari giochi di dangeons degli anni Novanta, con un percorso, delle tappe e delle scelte da fare. Ma qui non si tratta di scegliere quale carta giocare per sconfiggere un avversario, lo scopo è completare ogni singola tappa della mappa; per farlo dovrete leggere.
Le letture le sceglierete voi a seconda delle specifiche richieste del gioco, per esempio quando capitate a Valle Nebbiosadovrete leggere un libro fuori dalla vostra “comfort zone”, ma visto il luogo troverete anche un imprevisto nel quale vi verrà chiesto di tirare un dado: se esce un numero pari dovrete leggere un libro dalla copertina bianca, se ne esce uno dispari un libro con una mappa.
E così via passando per libri che parlano di cibo, libri di colore rosso, libri con un teschio in copertina, libri con meno di 200 pagine…
L’idea è non solo divertente, ma molto utile qualora iniziate a sentirvi un po’ rattrappiti nel vostro mondo di storie sempre simili.
Uscite dal seminato, non succede nulla di male e, non dimenticatelo, leggere è un’avventura.
Hai ragione Lorenzo mai fossilizzarsi su un solo autore ….deliziosa l’idea di questo gioco …devo pensarci seriamente
Dai Stefania partecipiamo a questo gioco e vediamo cosa viene fuori.
Bravo Lorenzo, articolo molto interessante. Leggere cose di generi diversi aiuta ad uscire dalla nostra “comfort zone”.