LE MALELINGUE

LE MALELINGUE

Autore: Antony Russo

“PSHHHHH so io come andata, senti qui” quella è la frase tipica, con la quale, chi è solito proferir di altri, introduce un’interpretazione della realtà fattuale di cazzi altrui, in base alle proprie ridicole capacità empatiche, alle scarsissime conoscenze psicologiche e sociologiche dell’essere umano, facendo appello al proprio desiderio di giudicare l’operato di qualcun altro (al fine di evitare di guardare il proprio comportamento, che spesso rispecchia esattamente quello che viene affibbiato alla vittima del pettegolezzo), ma piuttosto utilizzando etichette, pregiudizi e luoghi comuni.

È un po’ come la fiaba di Cappuccetto Rosso, no? Qualcuno si è mai domandato da quale punto sia stata raccontata? Qualcuno si è mai soffermato a chiedere al lupo se è stato ingannato dalla gentil donzella in abito scarlatto, la quale si era stancata di andare a trovare la vecchia nonna?

No, d’altro canto quello è il lupo cattivo e quella la bambinella dolce e tenera. Per cui, già lì sento: “ve lo dico io dove è andata”.

Pare di sentire la società maschilista (mentalità non solo degli uomini) secondo la quale il maschio che colleziona femmine è da considerarsi un Latin Lover, invece qualora ci si trovi d’innanzi ad un discorso contrario abbiamo una “Poco di Buono”.

Medesima società in cui convive il femminismo (mentalità non solo delle donne) laddove, giunti alla fine di una relazione, non si sa come, il gentil sesso è sempre vittima, e l’uomo è un bastardo. Non esiste assolutamente un maltrattamento al contrario di natura psicologica.

Ho impropriamente etichettato questi due fenomeni, giacché nulla a che fare con ideologismi, ma piuttosto con il deprecabile desiderio di infamare il prossimo, fingendosi dei sapientini. Quest’ultimi cercano di interpretare, senza nemmeno pensare che sarebbe più facile chiedere spiegazioni, dicendo di non volersi intromettere (nonostante si sia parlando di cazzi altrui, quindi tanto varrebbe domandare), sostenendo di non voler giudicare (nonostante un giudizio si dia sempre o, quantomeno, si offra agli ascoltatori una visione affinché a giudicare al posto loro siano quest’ultimi, passando lor “abili caini” da pie persone).

Non ci si preoccupa di rovinare la vita altrui, l’importante è salvaguardare sé stessi e la propria immagine, affibbiando ad altri comportamenti, probabilmente propri, e diffondendo falsità. Modificando persino la stessa versione in base all’interlocutore, così da poter cadere sempre in piedi.

Mi stupisce quanta solerzia ci mettano. È talmente tanto l’impegno profuso che sembra siano implicati in prima persona.  Non resta che domandarsi se abbiano una vita effettivamente propria visto il tempo sprecato su quella altrui nel progettare per diffamare.

Da instancabili difensori della moralità e dell’etica, additano gli altri, tacendo quanto da lor stessi compiuto.

Continuerò a distinguermi dalle interpretazioni fornite da altri e da proferire giudizi anche qualora abbia sentito tutte le campane coinvolte. Pettegolezzi e pregiudizi sono emblematici di una società retrograda. Preferisco chiedere piuttosto che sputar sentenze.