Autore: Antony Russo
Non ho mai creduto all’amicizia e con il trascorrere degli anni ho imparato a farlo ancor meno. Così facendo il significato dietro tale termine ha paradossalmente assunto valore ai miei occhi.
Ma procediamo con ordine.
Parlo spesso dell’amore in ambito relazionale, ma tale sentimento non rimane confinato alle coppie, giacché dovrebbe essere donato anche a familiari e amici.
Ma, ahimè, persino in tali ambiti vi è stato un penoso declino che sta raggiungendo il totale inaridimento. O forse è sempre stato così e sono io un sognatore? Ai posteri l’ardua sentenza.
Ripercorro mentalmente la mia vita, soppesando il quantitativo spropositato di falsità dalla quale sono stato circondato. Percepisco la rabbia repressa avvolgere il mio corpo accompagnata dal tipico tremore. Esso non ha nulla a che fare con quello essenziale, si tratta del tentativo di contenere quel piccolo Hulkino che vorrebbe uscire e frantumare teste. Sono particolarmente bravo a domarlo a quanto pare e sinceramente non ho voglia di scoprire cosa accadrebbe se dovesse sfuggirmi.
Scartate le strade illegali, il mio ruolo me lo impone (in realtà credo nella giustizia e nei ritorni karmici), non potendo schiaffeggiare con il guanto chi mi ha mancato di rispetto per sfidarlo a duello, convengo che l’unico sistema di cui dispongo è la scrittura.
Mi preparo a ferir di penna il mio prossimo, dunque.
Alda Merini, perfettamente d’accordo con i miei lugubri pensieri notturni, afferma che “Il verme non sceglie mai di vivere in una mela marcia. Sceglie sempre di far marcire una mela buona”.
Secondo un’altra citazione tratta dal web, il cui autore è anonimo, “La natura è molto saggia. Ecco cosa succede quando sei accanto alla persona sbagliata. Cominci a decomporti, cambi fisicamente e mentalmente, danneggi tutto il tuo futuro e resti bloccato nel passato, fino a quando alla fine non sei nulla. Cerca di circondarti di persone che ti portino a tirare fuori la versione migliore di te”.
Durante una vita intera si possono incontrare persone, sedicenti amici, della peggior specie. Penso, non per vantarmi, di aver avuto la fortuna di aver avuto a che fare con ognuna delle categorie presenti sul mercato: l’invidioso, il disonesto, l’arrivista sociale e potrei andare avanti per giorni senza riuscire a esaurire l’elenco. Ne esistono una pletora di diverse specie tante quante le stelle nel firmamento.
Avete mai incontrato quelli con la Sindrome di Iago? Sì, proprio come il personaggio dell’Otello di Shakespeare. La malvagità è sì una caratteristica dell’animo umano, ma in questi soggetti la crudeltà sembra avere una marcia in più.
Non agiscono per averne profitto o un proprio tornaconto, ma sono cattivi in sé, loro distruggono per il semplice gusto di farlo. La loro vita è negativa? Lo deve essere anche la tua. Hanno una marcia in più rispetto al semplice invidioso, il quale parrebbe limitarsi a dialogare con il proprio egoismo schiattando dentro, ma intervengono nella realtà fattuale dando sfogo alla loro perfidia: si fingono buoni, altruisti, millanterebbero di agire per il bene di quello che definiscono amico, ma rovesciano la realtà fattuale, trasformano il vero in falso. Si insinuano con lingua melliflua al fine di instillare il dubbio per il semplice gusto di annullare ciò che di buono vedono nell’altro.
Agiscono in qualunque cosa giacché essi vedono tutto negativo. Disgregare coppie, ad esempio, è il loro hobby preferito.
Se Dante avesse creato una sezione dell’Inferno dedicata ai falsi amici, i piccoli Iago avrebbero senz’altro avuto un posto di prim’ordine ai piani più bassi. A seguire ci sarebbero stati i doppiogiochisti, i falsi e i cercatori di beatitudine.
A cosa mi riferisco? Oh lo sappiamo tutti.
Sono coloro che fingono di essere alleati danzato a tua insaputa (o fingendo di essere ingenui pacifisti: “Ma a me non ha fatto niente”) anche con il tuo nemico, non importa quale male ti abbiano fatto.
Sono coloro che spergiurano il falso.
Sono coloro che sono in grado di rimanere al tuo fianco solo nei momenti di calma e benessere, pronti ad appoggiarti e persino a coprirti in errori e scorribande, salvo poi abbandonarti quando hai bisogno o, ancor peggio, negare complicità fingendosi indignati agli occhi altrui. Si beano della tua luce quando ti ergi, ma non sopportano quando l’ombra di ricopre.
Ti accorgi di essere il solo che crede nel prossimo e nella genuinità dei sentimenti. L’unico pronto ad aiutare gli altri. Certo di errori se ne commettono comunque, non fingiamo di essere santi. Questi portatori di malsani valori però, sapranno fiutare il profumo del prossimo pollo da sbranare.
Sarà colui che è pronto a difendere l’amico, sostenerlo, amarlo incondizionatamente.
Mi sono ritrovato in ogni stadio della mia vita a farmi beffare: aiutando persone a studiare a scuola, prodigandomi in consigli o prestazioni lavorative gratuite in qualsiasi occupazione mi sia trovato e, persino, consacrato me stesso per ascoltare gli altri a tempo perso dimenticando i miei bisogni e annullandomi. A volte sperando di essere davvero amato lo ammetto, ma inconsapevole che quello indossato dalle belanti pecore era un travestimento. Ora sono lì fuori a ululare assieme ai propri simili: gli ipocriti sciacalli (adoro questo ogni tipo di animale).
Non temete le cadute, oltre ad insegnare a rialzarci, consentono di comprendere chi ci ama davvero.
Rimarremo soli: meglio che male accompagnati.
Rimarremo con pochi: saranno quelli buoni.
Portatori di luce e non di ombre. Ne abbiamo già tante in noi.
Nella mia cerchia ne è rimasta giusta una manciata. Il numero essenziale di persone che serbano un amore genuino.
Coloro che hanno voglia di provare a comprendere, anche se non riescono del tutto a capire, quanto sia profondo il buio dentro di me.