L’ARTE DI ESSERE ALTRI

L’ARTE DI ESSERE ALTRI

Autore: Lorenzo Grazzi

Conoscete il fenomeno del Cosplay? No, quelli capitanati da Chris Martin sono il Coldplay! Parlo di quella strana moda di travestirsi come i personaggi dei cartoni animati. Avete presente? Ecco quello.

A ben guardare non si tratta nemmeno di una moda molto moderna; il termine deriva dalla contrazione dei termini inglesi “costume” e “play” coniata nel 1983 in un articolo di Takahashi Nobuyuki pubblicato sulla rivista My Anime. Quello che allora era il proprietario della casa editrice Studio Hard, era rimasto molto colpito da un gruppo di fan di Star Trek che aveva partecipato alla World Science Fiction Convention vestendo i panni dei loro beniamini.

Questo spiega anche perché sia Giappone che Stati Uniti si contendano la genealogia di questo fenomeno, osservato negli U.S.A. e codificato nel Paese del Sollevante.

Ad ogni modo… da quel momento il fenomeno prese velocemente piede e iniziarono a circolare centinaia di costumi che avevano il compito di trasformare le persone nei loro idoli. I primi ispiratori furono i personaggi di manga e anime.

Ma se state pensando che si tratti di una carnevalata siete fuori strada e anche di molto. Lo abbiamo visto prima, Cosplay è la contrazione del termine “costume”, ma anche del verbo “recitare”.

Chi fa cosplay non si limita a indossare un vestito, i cosplayer ambiscono a essere il loro personaggio. Lo studiano nei minimi dettagli, non solo estetici, ma anche caratteriali, gestuali, andando alla ricerca di quei movimenti che lo rendono immediatamente riconoscibile. Si tratta di un grande lavoro di interpretazione degno dei migliori attori di teatro.

Fare cosplay richiede una vera passione, anche perché per arrivare a livelli alti in questo mondo è necessario tempo e denaro. I costumi sono quasi sempre acquistati da negozi specializzati, ma chi vuole distinguersi preferisce farli realizzare su misura con un conseguente aumento esponenziale dei costi. I più intraprendenti realizzano con i propri mezzi ogni dettaglio cosa che, se da una parte permette di contenere i costi, dall’altra richiede una buona dose di manualità e una razione di creatività non indifferente.

Se pensate che si tratti solo di una perdita di tempo per appassionati forse resterete sorpresi di sapere che c’è chi ha reso questa moda un vero lavoro.

Oggi non solo personaggi di anime e manga, ma anche di film e persino videogame possono diventare protagonisti di cosplay e partecipare alle innumerevoli competizioni internazionali nelle quali si esaminano dettagli minuziosi per stabilire quale sia il personaggio più realistico. Ai vincitori ricchi premi e cotillons, ma anche incarichi di una certa rilevanza.

Sono molti, infatti, i cosplayer che oggi collaborano con case editrici o compagnie digitali come testimonial di nuovi personaggi o per lanciare le nuove uscite e i loro ingaggi fanno girare la testa.

C’è poi chi si occupa di creare tutorial per realizzare gadgets e costumi con le proprie mani, una nuova frontiera del business.

L’arte dei cosplay ha anche aperto le porte di Hollywood a numerosi appassionati che si sono distinti come costumisti e truccatori e che ora lavorano con i principali registi dello spettacolo.

Avete presente la saga di Game of Thrones? E il meraviglioso mantello di pelliccia di Jon Snow? Quello che tutti vorremmo nelle fredde giornate d’inverno? Ecco, è stato ideato dalla costumista della serie, Michele Clapton, proprio in una sua visita a una fiera di cosplay confrontandosi con i partecipanti. Nel caso voleste realizzarlo a casa sappiate che il suddetto mantello non è altro che un tappeto IKEA (e il bel Re del Nord perde un po’ di fascino…).

Oggi anche in Italia non si contano più le fiere dedicate delle quali il Lucca Comics è solo la punta dell’iceberg e professionisti come Giorgia Cosplay e Leon Chiro sono in grado di realizzare travestimenti per centinaia di personaggi.

A ben guardare quindi si tratta non solo di un hobby, ma di un vero fenomeno che riunisce diverse abilità e capacità artistiche che se coltivate danno vita a una professione interdisciplinare. 

Dunque, se siete in autobus e salgono Jack Sparrow, l’assassino di Assassin’s Creed e Goku, non liquidateli come frutto di una serata troppo alcolica o di una botta presa a calcetto, potrebbero essere davvero loro, o qualcuno che sperimenta l’effetto del proprio costume.