L’ARCOBALENO NON SPLENDE

L’ARCOBALENO NON SPLENDE

Autore: Lorenzo Grazzi

Viviamo in un Paese dove la parola “famiglia” è pronunciata almeno una volta al giorno. Ma oltre a pronunciarla non si riesce ad andare.

La famiglia, nucleo sul quale si basa la nostra nazione è anche il fulcro di ogni male. Le violenze domestiche sono il principale problema del quale si devono occupare attualmente le istituzioni italiane.

Luoghi resi idilliaci da pubblicità e film, le famiglie sono invece troppo spesso oscure pareti che celano segreti e ferite (fisiche ed emotive) difficili da curare.

Un ragazzo su ragazzo su cinque, in Europa, vive come senzatetto perché cacciato, minacciato o picchiato all’interno della propria famiglia a causa del suo orientamento sessuale. Dato che peggiore in Italia, dove uno su tre è costretto a fuggire e vivere di espedienti per non essere ucciso dalla famiglia del Mulino Bianco.

Non pensiate che si tratti di giovani provenienti da Paesi extra UE, i dati si riferiscono a italianissime famiglie per bene che non possono accettare di avere un figlio omosessuale o transessuale e preferiscono nascondere la colpa allontanandolo (quando va bene).

Ora, come si possa pensare di non accettare un figlio che abbiamo generato è una cosa che non riesco a capire e che, per quanto mi riguarda, meriterebbe la perdita della patria potestà, il carcere e in alcuni casi anche la tortura. La genitorialità non è un mero atto biologico.

Per questi giovani, fortunatamente, ci sono altre famiglie in attesa: si tratta delle associazioni che lavorano in questo settore e che coordinano le Case di accoglienza LGBTQ+.

In Italia sono 43 le strutture dedicate al soccorso di questi ragazzi (75 posti letto in tutto), una nullità rispetto alla portata del problema, ma ancore di salvezza per chi non ha nulla a causa di quello che è.

La prima Casa di accoglienza è stata inaugurata nel 2016, a Roma, si tratta della Refuge che riesce a stare a galla grazie a donazioni di associazioni sensibili come la Soka Gakkai (istituto buddista) e della Chiesa Valdese.

L’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha cercato di dare un riferimento a quei giovani costretti alla fuga realizzando una mappa delle Case di accoglienza italiane. 

Per tutte le vittime di omotransfobia è invece attiva una Help Gay Line nazionale che offre supporto e ascolto; pensate che non ce ne sia bisogno? Sono oltre 21.000 i contatti annuali di questa help line, il 50 % dei quali riguarda giovani che hanno subito atti di violenza e rifiuto all’interno delle loro famiglie dopo aver fatto coming out, o che sono diventati vittime di bullismo dopo il coming out di altre persone (avere a che fare con la diversità ti rende diverso, come se si trattasse di una malattia contagiosa). 

Sullo sfondo di questo arcobaleno che barcolla ma non molla, rimane un Paese nel quale non si fa nulla per combattere i reati legati all’orientamento sessuale, non si fa nulla per garantire la pena a chi li commette e non si fa nulla per far sapere alle vittime che non solo loro ad essere sbagliate.

Armata di 75 posti letti, l’Italia combatte la sua battaglia contro la cronaca senza immaginare che dovrebbe invece armarsi di penna e libri e schierare un esercito nelle scuole.

https://www.gaynet.it/mappa-arcobaleno/

https://gayhelpline.it/

Una risposta a “L’ARCOBALENO NON SPLENDE”

  1. Lorenzo …..super .
    Tu cogliere l’essenza del problema, che penso sarà difficile da dipanare

I commenti sono chiusi.