Autore: Antony Russo
Qualche tempo fa avevo scritto di Goleman e della sua tanto conclamata Intelligenza Emotiva. Quest’ultima, secondo diversi studi, risulta essere il vero segreto per ottenere il proprio benessere, sia a livello personale che a livello sociale.
L’intelligenza emotiva consta di tutta una serie di competenze necessarie a instaurare migliori rapporti sociali, prendere decisioni in linea con le proprie motivazioni e mantenere un livello di autostima elevato. Secondo questa visione le persone di successo, pienamente soddisfatte della propria vita, non sarebbero quelle più “intelligenti”.
Abbiamo avuto tutti, almeno una volta, a che fare con individui eccellenti in ambito scolastico, ma che non sono riusciti a ottenere risultati equivalenti nel lavoro oppure ad avere relazioni personali stabili.
Spesso le stesse persone si lamentano dell’ingiustizia della società disposta a premiare “l’ignorante”, ma se fossero loro a ignorare una verità importante? Non avranno una bassa intelligenza emotiva?
Se ci pensate bene sono sicuro che qualcuno vi verrà in mente.
È anche vero che il Quoziente Intellettivo (QI) non può niente senza il Quoziente Emozionale (QE). Il primo aiuta senz’altro ad apprendere le conoscenze per poterti laureare, ad esempio, ma è il secondo a consentire la gestione dello stress e delle emozioni durante gli esami, nonché a instradare in relazioni sociali e lavorative fruttuose.
Avendo scoperto l’esistenza di questa forma di intelligenza, accanto a quella scolare e razionale, ed essendo essa importante a 360° gradi in ogni aspetto della nostra vita, ho iniziato a leggere della sua applicazione, prima di tutto nel campo lavorativo e di leadership.
Una sua mancanza ha un impatto negativo sulle prestazioni lavorative.
Diversi studi hanno dimostrato che, in questo ambito, più si sale nei livelli di organizzazione e più essa diventa fondamentale. Un vero leader deve avere determinate caratteristiche per essere definito tale. L’85% di queste competenze attinge all’intelligenza emotiva.
Questa intelligenza deve essere posseduta non solo dalla singola persona, ma anche dal gruppo. Detto in altri termini esiste un’intelligenza emotiva del team (come se fosse un’entità) e dell’azienda.
Finito tale ambito applicativo, ho lasciato per il gran finale (in realtà vi è anche l’aspetto dell’educazione della prole, ma ne parleremo in seguito) lo studio di qualcosa a me più congeniale: le relazioni.
Intelligenza Emotiva per la Coppia di Jhon Gottman è stato davvero illuminante. L’autore, insieme a Julie Schwartz Gottman ha studiato per 20 anni migliaia di coppie, soprattutto attraverso videoregistrazioni e monitoraggi delle funzioni fisiologiche, arrivando ad avere una conoscenza talmente profonda delle dinamiche relazionali da riuscire a predire al 90% il successo o l’insuccesso di un matrimonio, semplicemente osservando le dinamiche tra i coniugi.
Ebbene, qual è il segreto per far funzionare una relazione? Perché alcune resistono e altre no? All’interno del suo libro, lo psicologo enumera una serie di strategie utili a creare una relazione stabile e appagante. Esse attingono, come ben si può immaginare, alla sempre tanto conclamata intelligenza emotiva: maggiore empatia, autocontrollo e attenzione all’altro e ai suoi sentimenti. Tali capacità devono essere talmente radicate in noi (è necessario, a tal fine, un impegno quotidiano e costante) da essere spese nei momenti di difficoltà, come anche in periodi di pace e serenità.
Gottman attraverso il suo scritto non solo ci offre la possibilità di conoscere la sua teoria, corroborata da evidenze scientifiche, ma propone anche dei veri e propri esercizi pratici. L’intelligenza emotiva per coppia è basata su 7 fondamentali pilastri:
- Costruire una mappa dell’amore, il che sottintende una conoscenza approfondita di chi abbiamo accanto;
- Coltivare la tenerezza e la stima reciproche;
- Avvicinare il nostro partner, manifestandogli il nostro interesse attraverso gesti e connessioni quotidiane, riconoscendo, allo stesso tempo, i suoi modi di comunicarcelo;
- Avere una prospettiva positiva, ovvero far prevalere i sentimenti positivi rispetto a quelli negativi, anche in situazioni conflittuali. Giungere pertanto all’accettazione degli errori (dipende quali naturalmente) occasionali,inseriti all’interno del quadro degli aspetti positivi quotidiani;
- Gestire i conflitti. Per quanto appaia banale, Gottman offre dei validi consigli per rilassare il proprio stato emotivo, riuscire a comunicare i propri sentimenti, carpire le proposte del partner, disinnescare l’eventuale lite;
- Realizzare i propri sogni di vita e imparare a sostenere quelli del proprio partner;
- Creare significati condivisi.
Questo, dunque, non è un semplice consiglio di lettura, ma un suggerimento per chi ha voglia di creare relazioni forti e durature o di risolvere eventuali problematiche di coppia.
Ovvio, leggere non basterà, ma nemmeno applicare soltanto gli esercizi pratici avrà esiti positivi. È necessario credere e voler salvare quanto stringiamo tra le mani. Bramare il desiderio di risvegliare quanto avevamo scorto e provato all’inizio di tutto.
Se siete stati fagocitati dalla nuova moda consumistica, la quale sembra esser stata in grado di infettare persino l’ambito relazionale, passate oltre. Non è qualcosa per voi. Del resto, è più semplice buttar via il vecchio ed entusiasmarsi per quanto c’è di nuovo (galvanizzati dalla bomba ormonale dell’innamoramento passeggero), piuttosto che impreziosire riparando con l’oro quanto possediamo. Questa è materia solo per persone dotate delle cosiddette “Palle”.