Autore: Lorenzo Grazzi
E una catastrofe qui, e una guerra là, e un cataclisma di su, e una pandemia di giù… non c’è niente da dire: il lavoro con il maggior fattore di stress al giorno d’oggi è quello dei Cavalieri dell’Apocalisse.
Che poi uno a ben guardare dà sempre e solo brutte notizie però, calma, non è mica colpa mia se il mondo è ammalato (tanto per citare Zucchero Fornaciari).
Ambasciator non porta pena!
Ok, ok, questa volta farò del mio meglio per non far venire un travaso di bile a nessuno… io ci provo, eh?
Nonostante il pianeta stia andando verso quella che a tutti gli esperti (di qualunque settore a ben guardare) definiscono la fine del mondo, c’è una piccola luce in fondo al tunnel e, sorpresa delle sorprese, sembra persino merito della razza umana.
Intendiamoci, il pasticcio l’abbiamo pur sempre fatto noi, ma in questo caso sembra che stiamo facendo un lavoro abbastanza buono per porvi rimedio.
Di cosa parlo? Dell’ambiente!
Il 23 e 24 ottobre scorsi si è svolto il World Energy Outlook indetto dalla IEA (International Energy Agency) che si occupa di scattare una fotografia alla situazione energetica mondiale al fine di capire come migliorarla e quali impatti ha sul pianeta.
Nel report vengono messi in luce i principali aspetti legati all’approvvigionamento di energia globale e non credo ci sia bisogno di dire che la richiesta è sempre maggiore, cosa che sta causando l’innalzamento della temperatura globale di 1,5° C (si stima che se arrivassimo a 2° il pianeta che conosciamo oggi scomparirebbe nel giro di pochissimi anni… tanto per dire).
La guerra in Ucraina non ha reso più facile la situazione, complicando il rifornimento di gas proveniente dalla Russia e aumentando attraverso i bombardamenti l’inquinamento atmosferico.
Attenzione però, perché come recita il Tao, quando una situazione è eccessivamente Yin o Yang si trasforma nel suo contrario!
Proprio la difficoltà di reperire energie fossili ha spinto i mercati alla ricerca di fonti rinnovabili e pulite.
Secondo il rapporto dell’IEA si spende più di un miliardo di dollari al giorno nello sviluppo dell’energia solare e gli investimenti in pannelli fotovoltaici e nella realizzazione di batterie più sostenibili per i mezzi a motore elettrici sono in costante aumento.
Se nel 2020 i veicoli elettrici circolanti erano uno ogni 25, nel 2023 sono uno ogni 5, una trasformazione del mercato che richiede grandi sforzi, grandi risorse e grandi volontà, ma alla quale le aziende non possono più sottrarsi (anche per ragioni economiche).
Il tempo non è molto perché entro il 2050 dobbiamo aver messo in campo un cambiamento radicale dei nostri stili di vita se non vogliamo fare un patatrac, ma la buona notizia è che gli investimenti nelle energie pulite sono aumentati del 40% su scala globale rispetto al 2020.
Ma è sufficiente a salvarci? Eccoci qui, con la buona notizia:la curva di emissioni di gas serra ha iniziato a piegarsi. Siamo ben lontani da una vittoria, ben intesi, ma sembra che le azioni messe in campo per contrastare l’emissione di CO2e company stiano sortendo qualche effetto.
Se si continua così, si legge nel rapporto, il picco dell’inquinamento da gas serra dovrebbe verificarsi attorno al 2030 per poi cominciare a calare.
Calma, calma, calma… nel rapporto si legge anche è vitale continuare ad investiste in energie pulite e si invitano i Paesi a triplicare gli sforzi per arrivare al 2050 a emissioni zero.
Insomma, non è che stia andando ancora benissimo, ma potrebbe essere che se non roviniamo tutto come al solito, questa volta abbiamo imboccato la strada giusta.