Autore: Sabrina Fava
Sono una ragazza romagnola, abito a pochi passi dal mare e a qualche salto dai colli faentini. Qui in Romagna si parla spesso di “ignoranza”, tuttavia l’ignoranza romagnola non è ciò che pensate voi. Non è una condizione di mancata istruzione, è tutt’altro. È un intrico fra caparbietà, testardaggine, acutezza e una velata spennellata di superiorità. Questo è un “ignorante” dalle mie parti. Un dannato genio, una persona che ci pensa due volte prima di farsi mettere i piedi in testa. Ma oggi non siamo qui per parlare del fantasmagorico ignorante romagnolo. Oggi parleremo di quanto sono ignoranti, sempre con la stessa connotazione, i cartoni. I Griffin, I Simpson, Lo straordinario mondo di Gumball… santa e osannata cocciutaggine. E che dire, sono serie animate che si ritrovano con le mutande gonfie.
Immaginate di essere al cinema, le maledette pubblicità hanno finalmente terminato di tartassarvi i timpani, si spengono le luci, cala il silenzio e dentro di voi cresce quell’attesa che solo una sala cinematografica può conferire. Vi appare davanti agli occhi affamati la prima puntata della prima stagione de I Griffin, la “dolce famiglia” che ormai tutti conosciamo sta facendo colazione. La figlia adolescente, Meg, si lamenta con la madre perché ha le labbra troppo sottili. Le domanda se può farsi iniezioni di collagene per apparire più attraente, la donna le risponde che non le serve cambiare aspetto, perché la maggior parte dei problemi provengono dalla mancanza di autostima.
Sfrigolare di TV a tubo catodico. Cambio di scena.
Palestra anni ’90, un giovane Hitler fiacco e secco sta sollevando pesi leggeri, accanto a lui un uomo muscoloso con la stella di David appesa al collo, il quale è circondato da belle donne. Un ringhio da parte del giovane Adolf, mentre gli lancia un’occhiata velenosa.
Sfrigolare di TV a tubo catodico. Cambio di scena. Fine. Risate, applausi, leggerezza. Si riaccendono le luci.
È questo che percepiamo di primo acchito, giusto? Solo una parte inconscia del nostro essere si rende conto di quanto sia potente e influente sulla nostra mente. Una portata psicologica impegnativa.
Questo è un esempio dei tanti che potrei riportare. Ebbene sì, i messaggi che questa serie vuole trasmettere non sono poi così velati, non a caso è vietata ai minori di 14 anni, lo stesso non si può dire per altre. Mia sorella di 7 anni rimane assuefatta davanti a Lo straordinario mondo di Gumball, io facevo lo stesso con Leone il Cane Fifone. Ed ora vi spiego dove voglio arrivare!
In queste pellicole ci ritroviamo a sghignazzare, i palmi morbidi da bambino a battere contro le ginocchia ossute, risate che vanno a oscurare quella che è la durezza della quotidianità con la quale siamo costretti a vivere ogni giorno.
Lo straordinario mondo di Gumball ha sviluppato contenuti sempre più satirici con una comicità incredibilmente sottile; passa dalla parodia includendo gag di denuncia sociale a momenti di puro no-sense, con un’ingente dose di grottesco.
“Stupido cane! Mi fai sembrare un mostro!” queste pare che siano le uniche parole che Giustino sia in grado di pronunciare. Leone il Cane Fifone, un altro cartone per “bambini”, ambientato ad “Altrove” un posto sperduto nel nulla in cui ogni giorno bussa alla porta un essere pronto ad uccidere il povero cane. Un’animazione da brividi, colori pastello, tratti spigolosi, occhi vuoti, possessioni demoniache, suicidio, denunce sociali. Devo continuare? Forse sì, magari nella prossima puntata, per ora vi lascio ingoiare la pillola. Mi raccomando, se non ci riuscite, basta la giusta dose di zucchero.