LA FAMIGLIA DEL MULINO BIANCO

LA FAMIGLIA DEL MULINO BIANCO

Autore: Lorenzo Grazzi

Oggi vi propongo quattro chiacchiere con una famiglia omogenitoriale. Nacho e Jonatan vivono in Spagna e hanno deciso di raccontare la loro quotidianità sui social (ig: two.daddies_) per dimostrare al mondo che la vita di una famiglia come la loro è uguale a quella di tutte le altre (comprese le ore di sonno mancate!).

Cominciamo subito con la prima domanda:

D: Ciao ragazzi, vi va di raccontarci un po’ di voi? Chi siete?

R: Siamo due persone molto diverse l’una dall’altra per quanto riguarda i gusti e il modo di essere.

A me (Nacho) piacciono i romanzi rosa e la narrativa fantasy. Mi piacciano tutti i tipi di musica ma dipende dal momento. Ho sempre voluto lavorare nella sanità e ci sono riuscito: sono un farmacista.

A Jonatan piacciono di più il cinema e i film d’azione, mentre la sua musica preferita è quella degli anni 90. Dopo diversi impieghi come camionista e idraulico è riuscito a realizzare il suo sogno di essere un poliziotto.

D: Come vi siete conosciuti? E da quanto tempo state insieme?

R: Ci siamo conosciuti a una festa nell’autunno del 2012 e siamo diventati ufficialmente una coppia nell’aprile del 2013. Siamo insieme da 11 anni due dei quali da sposati. Ci siamo sposati il 9 aprile del 2021.

D: Com’è stata la tua adolescenza? Quando hai raccontato alla tua famiglia della tua omosessualità? Come l’hanno presa?

R: La mia adolescenza è stata abbastanza dura, l’ho passata fingendo di essere qualcuno che non ero e sono stato vittima di bullismo…

Avevo quasi 18 anni quando ho deciso di fare coming out e all’inizio la mia famiglia non la prese bene, ma poi con il passare del tempo tutto è migliorato e ora siamo “profamiliaLGBTIQ+”.

D: Com’è composta la vostra famiglia? Quando avete sentito il desiderio di essere genitori? Vi va di raccontarci il percorso che avete affrontato?

R: Siamo una famiglia omogenitoriale e abbiamo due gemelli (Ivan e Angela), e un cagnolino di nome Baco.

Il desiderio di essere genitori l’abbiamo sempre avuto fin da quando ci siamo conosciuti, la nostra prima scelta è sempre stata l’adozione ma dopo 7 anni di attesa senza ottenere risposta dall’organismo responsabile qui in Spagna, abbiamo optato per la maternità surrogata e abbiamo passato tutto il tempo della pandemia a informarci sul processo, sui Paesi nei quali era possibile e valutando i costi.

Siamo arrivati alla conclusione che potevamo e volevamo farlo.

Nel nostro caso si è trattato di un processo abbastanza breve visto che la gravidanza è arrivata al primo tentativo e da quando abbiamo cominciato fino al poter avere i nostri bambini sono passati 8 mesi.

Abbiamo scelto di seguire il percorso in Colombia, e il motivo principale è per la lingua.

Quello che ci ha demoralizzati molto è stato l’iter burocratico e la documentazione in generale: ci sono voluti 17 mesi per avere tutte le carte in regola.

D: Come credi che sia per i tuoi figli avere due papà? Pensi che gli manchi una figura materna? E come pensi di spiegargli la vostra famiglia quando saranno un po’ più grandi?

R: Siamo una famiglia come qualunque altra, ci sono famiglie con due mamme, con madri single, bambini orfani di padre o madre… quando arriverà il momento gli spiegheremo come sono venuti al mondo, ci sono già molti libri per bambini che si occupano di questo argomento e aiutano a spiegarlo.

Non sentono la mancanza di una figura materna perché non l’hanno mai avuta. A livello sociale (scuola, amici), le famiglie omogenitoriali sono considerate abbastanza normali, però sì, è qualcosa che ci preoccupa un po’ il modo in cui si svilupperà la loro infanzia nella società, ma ci stiamo mettendo molta attenzione e interesse per scegliere dove scolarizzarli.

D: In Italia essere omosessuali è ancora difficile, in questo momento si parla molto di come possono crescere i figli di coppie omogenitoriali. Com’è essere genitori gay in Spagna? E essere genitori è come te l’aspettavi?

R: Per il momento non abbiamo avuto alcuna discriminazione al riguardo, ma la gente è molto curiosa, fa troppe domande e a volte è fastidioso dover spiegare che siamo due padri. Manca ancora molto alla società perché la nostra situazione sia considerata del tutto normale, ma ok, poco a poco.

Per il momento la paternità è la miglior cosa che sia capitata nella nostra vita, anche se dobbiamo dire che il primo anno è stato duro… crescere due bambini a volte è davvero un lavoraccio! 

D: Che piani avete per il futuro? Come vi vedete tra 30 anni?

R: Ci piacerebbe traslocare in una casa più grande, crescere nel modo migliore i nostri figli e viaggiare molto ahahah

Tra 30 anni ci immaginiamo già pensionati con i figli già indipendenti ahahah

D: Se qualcuno dovesse prendere in giro i vostri figli come reagireste?

R: Fino a che non arriva quel momento la verità è che è difficile immaginare come lo affronteremo.

D: Se i vostri figli vi dicessero di essere omosessuali, come reagireste?

R: Beh, com’è logico e ovvio, li appoggeremmo qualunque sia il loro orientamento sessuale. La cosa più importante per noi è la loro felicità.

D: Quale credete che sia la cosa più importante che potete insegnare ai vostri figli?

R: Crediamo che in una famiglia come la nostra sia molto importante crescere e insegnare il rispetto e l’uguaglianza verso qualsiasi essere umano, siamo tutti uguali. Vorremmo insegnargli a essere tolleranti e generosi, a non odiare ne avere paura della diversità. 

È un nostro dovere, come genitori, aiutare i nostri figli a evolversi rispetto alla società lasciando indietro le vecchie abitudini o i comportamenti che non fanno bene a nessuno.

La nostra comunità LGBTIQ+ è sempre stata presa di mira, perseguitata, condannata… dobbiamo continuare a lottare, educando la società e ottenendo visibilità perché ci si accorga che anche noi siamo la normalità, affinché le prossime generazioni non debbano vivere quello che sfortunatamente abbiamo dovuto vivere noi.

Vorrei ringraziare sinceramente Nacho e Jonatan per essersi messi a nudo in questa intervista e averci raccontato un po’ della loro quotidianità.

Mi piacerebbe che questa intervista arrivasse alle persone giuste, a quelle che non capiscono, che parlano per ideologia e vorrei che servisse a loro per rendersi conto che c’è molta più normalità di quanto immaginano.

Ringrazio ancora Nacho e Jonatan e se non lo fate già vi invito a scoprire la loro divertente (e faticosa!) vita in compagnia di Ivan e Angela (e Baco, che è delizioso!), sul loro profilo IG: two.daddies_

Non troverete bambini traumatizzati, ma risvegli alle 6 del mattino, passeggiate, nonni pronti a viziare i nipoti, giochi improvvisati, canzoncine alla tv e tanto, tanto amore.