LA CORSA INFINITA VERSO LA FELICITA’

LA CORSA INFINITA VERSO LA FELICITA’

Autore: Michele Larotonda

Immagine di Magda Ehlers

Immaginate di salire su un tapis roulant. Iniziate a camminare, poi a correre. Davanti a voi c’è un obiettivo allettante: la felicità. Correte più forte che potete per raggiungerla, ma per quanto vi sforziate, sembra sempre fuori portata. Benvenuti sul tapis roulant edonico!

Ma cos’è esattamente questo misterioso “tapis roulant edonico”? Non è un attrezzo da palestra, ma una metafora utilizzata in psicologia per descrivere la nostra continua ricerca della felicità. L’idea è che, proprio come su un tapis roulant, corriamo verso la felicità senza mai raggiungerla davvero.

Il concetto è stato introdotto dallo psicologo britannico Michael Eysenck negli anni ’90. Secondo questa teoria, noi esseri umani tendiamo ad adattarci rapidamente alle cose positive che ci accadono. Un nuovo lavoro, una relazione, un acquisto… all’inizio ci danno una scarica di felicità, ma ben presto torniamo al nostro livello di base. E così ricominciamo a correre verso il prossimo obiettivo.

Ma perché siamo intrappolati in questa corsa senza fine? Ci sono diverse ragioni:

  1. Siamo programmati per desiderare Il nostro cervello è fatto per desiderare costantemente qualcosa di nuovo. È un meccanismo evolutivo che ci ha spinto a progredire come specie. Ma nell’abbondanza della società moderna, questo può trasformarsi in una fonte di insoddisfazione cronica.
  2. L’effetto dell’adattamento edonico Ci abituiamo rapidamente alle cose piacevoli. Quel nuovo smartphone che tanto desideravamo? Dopo qualche settimana diventa solo… il nostro telefono. Questo fenomeno si chiama “adattamento edonico”.
  3. Il confronto sociale Viviamo in un’epoca di continui confronti, amplificati dai social media. Vediamo sempre qualcuno che sembra avere di più o essere più felice di noi, spingendoci a desiderare ancora di più.
  4. La società dei consumi Il sistema economico ci spinge continuamente a comprare, consumare, aggiornare. La pubblicità ci promette che la felicità è sempre nel prossimo acquisto.
  5. L’illusione del “quando avrò…” Cadiamo spesso nella trappola di pensare “sarò felice quando avrò X”. Ma una volta ottenuto X, spostiamo l’asticella a Y, e così via.

Ma quali sono le conseguenze di questa corsa infinita?

  • Stress e ansia: la continua ricerca della felicità può paradossalmente renderci infelici.
  • Insoddisfazione cronica: non siamo mai contenti di ciò che abbiamo.
  • Consumismo compulsivo: cerchiamo di riempire il vuoto con gli acquisti.
  • Burnout: ci esauriamo nel tentativo di raggiungere sempre nuovi obiettivi.
  • Relazioni superficiali: trascuriamo le connessioni profonde in favore di gratificazioni immediate.

Quindi siamo condannati a correre per sempre su questo tapis roulant? Non necessariamente. Ecco alcune strategie per scendere (o almeno rallentare):

  1. Pratica la gratitudine Concentrati su ciò che hai già invece di desiderare sempre di più. Tieni un diario della gratitudine, annotando ogni giorno le cose positive della tua vita.
  2. Vivi il presente La mindfulness e la meditazione possono aiutarti a goderti il momento presente invece di proiettarti sempre nel futuro.
  3. Coltiva relazioni profonde Le connessioni autentiche con gli altri sono una fonte di felicità più duratura rispetto ai beni materiali.
  4. Trova il tuo “flusso” Impegnati in attività che ti appassionano e ti fanno perdere la cognizione del tempo. Questo stato di “flusso” è associato a maggiore soddisfazione.
  5. Ridefinisci il successo Non misurare il tuo valore in base a ciò che possiedi o ai traguardi raggiunti. Trova un senso di scopo più profondo.
  6. Pratica la contentezza Impara ad essere soddisfatto di ciò che hai, senza per questo rinunciare a migliorarti.
  7. Limita l’esposizione ai social media Riduci il tempo passato a confrontarti con gli altri online.
  8. Investi in esperienze, non in cose Le esperienze tendono a darci una felicità più duratura rispetto agli oggetti materiali.
  9. Stabilisci obiettivi intrinseci Concentrati su obiettivi legati alla crescita personale piuttosto che al successo esteriore.
  10. Pratica l’autocompassione Sii gentile con te stesso. Non ti frustare se non raggiungi sempre i tuoi obiettivi.

Ma attenzione: scendere dal tapis roulant edonico non significa rinunciare a ogni ambizione o desiderio. Si tratta piuttosto di trovare un equilibrio tra la ricerca del miglioramento e l’accettazione del presente.

Il tapis roulant edonico nella cultura pop

Il concetto del tapis roulant edonico, anche se non sempre chiamato così, è molto presente nella cultura popolare. Pensiamo ad alcuni esempi:

  • Nel film “Fight Club”, il protagonista critica ferocemente la società dei consumi e l’illusione che gli oggetti possano renderci felici.
  • La serie TV “Mad Men” esplora il lato oscuro del sogno americano e come la ricerca della felicità attraverso il successo e il consumo possa essere vuota.
  • Nella musica, canzoni come “Can’t Buy Me Love” dei Beatles o “Material Girl” di Madonna (anche se in modo ironico) affrontano il tema.
  • Nei libri di self-help, autori come Eckhart Tolle (“Il potere di Adesso”) o Marie Kondo (“Il magico potere del riordino”) propongono alternative al consumismo come via per la felicità.

Il tapis roulant edonico nel mondo digitale

Nell’era digitale, il tapis roulant edonico ha acquisito nuove dimensioni:

  • Sui social media, la corsa alla felicità si traduce in una ricerca costante di like e follower.
  • Le app di dating ci promettono sempre un partner migliore con il prossimo swipe.
  • I videogiochi ci tengono agganciati con ricompense continue e obiettivi sempre nuovi da raggiungere.
  • Lo streaming ci offre un flusso infinito di contenuti, facendoci sentire sempre “indietro” se non guardiamo l’ultima serie del momento.

Conclusione: rallentare la corsa

In definitiva, il tapis roulant edonico è una metafora potente per comprendere molti dei nostri comportamenti e delle nostre insoddisfazioni. Riconoscere di essere su questo tapis roulant è il primo passo per poterne scendere, o almeno per rallentare la corsa.

Non si tratta di rinunciare a ogni ambizione o piacere, ma di trovare un equilibrio più sano. Di imparare a godersi il viaggio invece di correre sempre verso la prossima destinazione. Di apprezzare ciò che abbiamo invece di desiderare costantemente di più.

Forse la vera felicità non è un punto da raggiungere, ma un modo di viaggiare. E forse, paradossalmente, è proprio quando smettiamo di inseguirla ossessivamente che la felicità ci viene incontro.

Quindi, la prossima volta che vi sentite intrappolati in questa corsa senza fine, fermatevi un attimo. Respirate. Guardate dove siete. Potreste scoprire che la felicità era più vicina di quanto pensavate, nascosta nei piccoli momenti della vita quotidiana che troppo spesso diamo per scontati.

E ricordate: la vita non è una competizione, non è una corsa. È un ballo. A volte frenetico, a volte lento. L’importante è trovare il proprio ritmo e godersi ogni passo

Una risposta a “LA CORSA INFINITA VERSO LA FELICITA’”

  1. Bell’articolo.
    Una delle cose, per me positive, che ho imparato durante l’isolamento per la pandemia, è stata quella di imparare a rallentare, a non correre per prendere un bus o un treno. Ce ne sarà uno che passa dopo. O meglio: se lo perdo, posso mettermi in cammino…

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