Autore: Lorenzo Grazzi
Libri. Mondo meraviglioso nel quale si intrecciano storie, trame e avventure. Banalissima carta che diventa magia quando viene toccata dall’estro di un fortunato scrittore baciato dall’ispirazione giusta.
Il loro profumo, il loro contatto, la loro magia è in grado di rapire e proiettare in galassie parallele, in crimini efferati, su isole deserte in compagnia dei cannibali, nei profondi recessi del mare per combattere con piovre giganti, in castelli stregati dove ogni porta cigola sommessa, in cattedrali austere, in giardini segreti, in pianeti da esplorare.
L’ambientazione, certo, fa la sua, ma cosa sarebbero i libri senza i personaggi?
Il termine contiene in sé già un segreto di Pulcinella sull’origine del “personaggio”, la parola “persona”.
Sì, perché anche se a volte lo dimentichiamo, i personaggi dei libri hanno l’arduo compito di interpretare un ruolo senza farsi scoprire e, per farlo, scimmiottano la cosa più cara che il lettore possiede: la personalità.
Il filo rosso congiunge persone, personalità e personaggi. Ma fate attenzione perché è un percorso a doppio senso!
Riusciamo ad amare i personaggi solo quando, pur sapendo che non sono che frutto di voli pindarici, riusciamo a riconoscere in loro qualcosa di nostro, qualcosa di vero.
Non amiamo Madame Bovary perché cornifica il marito a più riprese, ci piace perché riconosciamo in lei la voglia di riscatto dalla vita che le è toccata in sorte, quello che ci dà la voglia di proseguire il romanzo è il suo lanciarsi a capofitto contro un mondo che brama ma che la respinge. Non ci siamo forse sentiti così anche noi, qualche volta?
E Don Chisciotte? Come si fa a non provare affetto per quell’arzillo vecchietto che è pronto a rivendicare i dettami di un mondo che è ormai solo un’ombra. Ma non è questa la vecchiaia? Il sentirsi estranei in un mondo che si muove sempre più veloce e che ci fa capire chiaramente che per noi non c’è più posto?
E Harry Potter? Non sono tutti gli adolescenti alla ricerca di loro stessi, magari facendo qualche bravata invece di lanciarsi incantesimi, ma ci siamo capiti.
Potremmo andare avanti all’infinito perché non esiste, in tutta la letteratura, un solo personaggio che non sia lì per farci sapere che è uguale a noi.
Ed ecco che il confine tra persone e personaggi si fa labile, sottile, invisibile al punto che ci sono creature immaginarie che diventano protagoniste delle nostre vite, che ci accompagnano (a volte assillano).
E poi ci sono le persone che invece ricalcano personaggi, che si identificano con un ruolo e che lo interpretano con costanza fino a smarrirsi…
Un libro è un mondo, ma è difficile capire se sia un universo immaginario o solamente uno specchio. Proviamo tutti le stesse emozioni quando leggiamo lo stesso libro? Ci colpiscono gli stessi personaggi? Dovrebbe essere così perché le parole non cambiano, quello che cambia è il lettore.
E che dire delle biblioteche? Templi della cultura dove milioni di avventure sono possibili, oppure boutique dove cercare se stessi riflessi nelle storie scritte da altri?
Che poi non c’è niente di più paradossale delle biblioteche, a ben guardare. Persone che vanno a caccia di personaggi immaginati da altre persone. In pratica andiamo alla ricerca dell’altro, della parte esterna a noi (messa in scena da persone come noi), per trovare qualcosa che sappiamo riconoscere perché sentiamo nostro. Gli esseri umani sanno essere molto complicati.
In tutto questo che ne direste di prendere in prestito una persona? Vi vedo, non fate quella faccia, non parlo di chissà quali servizi. Maliziosi!
In Danimarca le biblioteche stanno sperimentando qualcosa di nuovo: persone al posto dei libri. Sì, potete entrare in biblioteca con la vostra bella tessera da affezionati e chiedere di ascoltare la storia direttamente dalla persona protagonista.
L’autore e il personaggio diventano quindi la stessa cosa.
Per trenta minuti resterete comodamente accoccolati in poltrona mentre un perfetto sconosciuto vi racconterà la sua vita.
Hanno persino dei titoli! “Depresso”, “Disoccupato”, “Rifugiato”, “Bipolare”… potete scegliere l’argomento che preferite e ascoltare. Il progetto si chiama “Biblioteca Umana” e ad oggi è attivo in 50 Paesi.
Qualcosa di rivoluzionario capace di coinvolgere il “lettore” come nessuna realtà virtuale potrà mai fare, come nemmeno il migliore dei libri.
L’ingrediente segreto si chiama “empatia” ed è quella che tanto ci ostiniamo a cercare quando incontriamo un nuovo personaggio; gli chiediamo di portarci con lui non solo nelle sue avventure, ma nelle sue emozioni.
La “Biblioteca Umana”, in quest’ottica, rappresenta il livello più alto di realtà aumentata che possiamo immaginare.
Ottimo articolo. Tra l’altro ho visto di recente un servizio su Rai5 che parlava proprio della “Biblioteca umana”
A me piacerebbe molto una biblioteca umana , sarebbe un momento di confronto diretto