Autore: Lorenzo Grazzi
Siamo ossessionati dalla pigrizia, avete notato? Ci piace che ci portino la spesa a casa (se poi sono cose già cucinate tanto meglio), ci godiamo lo smartworking per poter girare in mutande mentre lavoriamo e siamo pronti a pagare per poter stare sul divano a guardare i nostri film preferiti senza dover andare al cinema.
Che sfaticati! Meno male che c’è l’IA, l’alleata vincente e silenziosa che ci accompagna nel nostro quotidiano per renderci la vita più facile: una ricerca su Google e verremo sommersi da offerte relative a quel prodotto, quella località, quel personaggio famoso… come se non potessimo cambiare idea peraltro! Insomma, può essere che non sappia dove passare le vacanze e cerchi i voli per Malta, ma non è che devo diventare un guida turistica iperformata! Può anche essere che alla fine decida di andare a fare trekking in Tibet.
A volte l’IA sembra una suocera chiacchierona che quando trova un argomento non la smette più di farci sapere quanto lo conosce bene anche quando noi siamo già distanti almeno due argomenti.
Comunque, il problema dell’IA non è questo: secondo Demis Hassabis, direttore di Google DeepMind, ossia la persona responsabile del programma di sviluppo dell’IA da parte di Google (non proprio uno che non sa quello che dice in materia), l’intelligenza artificiale DEVE essere trattata come il cambiamento climatico, ossia con regole chiare e obblighi che ne imbriglino il potenziale evitando che si passi dal sapere cosa teniamo nel frigorifero allo sviluppo di armi di distruzione di massa intelligenti (e magari nelle mani sbagliate).
Insomma, l’IA è un potenziale immenso, il frutto dell’uomo moderno che incarna interconnessioni globali capaci di cancellare con un paio di clic la fame nel mondo o curare le malattie di tre quarti del pianeta, ma ha l’enorme difetto di essere nelle mani dell’uomo.
Non ho una stima ma vi posso dire che oggi, nel 2023, le persone che hanno perso la vita a causa dei cosiddetti “missili intelligenti” sono davvero tante, siamo sicuri che sia una buona idea sviluppare una risorsa capace di realizzare “bombe nucleari intelligenti” e utilizzarle in maniera “intelligente”?
Siamo davvero sicuri che sia preferibile lasciar vincere la pigrizia e affidare all’IA problemi globali che noi non siamo stati in grado di gestire nel corso dei secoli?
Invece di puntare sullo sviluppo della diplomazia mondiale dopo la Seconda guerra mondiale (che qualcosa avrebbe dovuto insegnarci) abbiamo fatto la corsa per realizzare bombe nucleari e ora viviamo nel terrore che qualcuno si svegli male la mattina.
È davvero la soluzione giusta sviluppare un’IA che ci porterà i nostri cibi preferiti sotto casa tenendoci sotto la minaccia di venire cancellati?
In altre parole: sarò così pigri da consentire alla pigrizia di annientarci?