Autore: Antony Russo
ATTO MENO QUATTRO
Onnipotenza.
Mi sento un dio.
Ho tutto ciò di cui ho bisogno.
Non mi vedo ancora come vorrei in questo dannato specchio, ma gli altri si. È l’unica cosa che conta.
L’ho sempre sognato.
Mi sento amato, perché aiuto tutti.
Mi piace essere disponibile.
È vero, a volte sono depresso, ma non importa. Com’era successo a settembre, un momento di sbandamento, ma poi mi sono ripreso.
È che ogni tanto penso la gente ce l’abbia con me, ovvero che gli altri valgano di più di me.
Però mi acclamano, mi cercano, sono ambito.
Non ha importanza che coloro che ho vicino mi ignorino.
Ho dato troppa importanza a chi non se lo meritava. Il loro disinteresse è diventata un’ossessione, com’era accaduto per altri in passato. Ma non succederà più: è ora di andare oltre, di fare sul serio.
D’altro canto, ho iniziato a rifarmi punture di testosterone proprio per riaccendere quell’interesse da parte di chi sembrava non averne più.
Forse non mi vedeva più bello? Ci ho provato. Non è servito. Nemmeno optare per la gelosia ha avuto successo.
Ho a disposizione il mondo intero. Perché mi preoccupo dei miopi?
E se comportandomi così facessi del male? Come potrei perdonarmi per aver ferito qualcun altro? Altri pensieri si aggiungerebbero a rendere insonni le mie notti?
Shhh.
No.
Ora è giorno, non ci sono demoni, non esiste coscienza.
Sono completamente anestetizzato.
Ho una donna che mi ama.
Un sacco di amici.
Sono qualcuno, valgo qualcosa.
Però ci sono quei momenti in cui il cuore sembra battere così forte che pare voglia uscirmi dal petto.
Non riesco ad addormentarmi e non c’è nessuno, sono solo. Nonostante accanto a me io riesca a udire il flebile russare dell’ipocrisia.
Nessuno si sveglia per rincuorarmi.
Non è mai successo.
A volte le persone parlando di amore per se stesse sono così egoisticamente concentrate su di sé, che non riescono a prendersi nemmeno cura della persona che sostengono di amare.
Non devo lamentarmi.
Ho passato di peggio.
Ho sempre potuto contare solo su me stesso.
Solo a volte avevo la compagnia di chi ho conosciuto attraverso i social.
Erano loro a preoccuparsi per la mia salute o per il mio stato mentale durante il covid. Degli estranei.
Di notte, però, non ci sono.
E quando ci sono le loro voci non sempre sono sufficienti a zittire i demoni.
Perché sono diventati così assordanti? Da quando sono così forti? Una volta mi bastava chiudere gli occhi e fantasticare di essere qualcos’altro e mi addormentavo. Era come raccontarmi una fiaba. Spesso funzionava, anche se non sempre.
Ora non basta più.
È la mia fantasia che si è inaridita o sono loro a essere diventati più bravi?
Fletto il muscolo e osservo.
“L’anno scorso ero meglio. Sono più grosso, però mi vedo meno asciutto. Perché sono peggiorato?
Non importa, guarda quanti ‘mi piace’ sotto questa foto.
Eppure, le spalle e l’addome dell’anno scorso erano meglio…”
Se fossi come prima, forse, chi sta al mio fianco non mi ignorerebbe.
Devo aumentare nuovamente le dosi e ridurre ciò che mangio.
Ecco la soluzione.
Non importa se gli esami risulteranno ancora sballati.
Ignorerò i valori di fegato e reni.
L’importante è migliorare e farmi amare.