Autore: Antony Russo
ATTO MENO SEI
Inizio.
Sono seduto su un enorme tappeto.
Non riesco a comprendere quanto mi circonda. Non del tutto. Solo la sensazione al petto è chiara.
Dentro di esso, il cuore batte forte. Fa male.
Le mie manine bianche contrastano con il blu scuro dei jeans.
Mi osservo, perché non voglio vedere quanto sta accadendo.
Non posso evitare di sentire le parole. Assorbire le emozioni.
Urla.
È colpa mia.
Continuo a percepire la sensazione fastidiosa del maglione bianco di lana.
Prurito.
Dovevo andare al mercato assieme a mio padre, ma ho detto del pizzicore.
«È una bugia, non vuoi venire con me».
Non lo era.
Era fastidioso.
Sento mia madre e mio padre litigare tra loro.
È colpa mia.
Dovevo resistere, tacere il mio malessere.
Sono sbagliato.
Mio padre lo ha detto e continuerà a dirlo negli anni.
Mia madre non ha la forza di portarmi via e mai l’avrà.
Il mio cuore si lacera.
Due ferite.
Quella più dolorosa è quella inferta da lei.
Sono sbagliato, nessuno mi ha ama tanto da portarmi via.
Devo resistere per non far litigare i miei genitori.
Ignoro quanto sarebbe accaduto da lì a pochi mesi. Sarei entrato dentro alla mia classe d’asilo.
Ero estraneo, sbagliato, diverso, inutile.
Non posso sapere quanto quell’episodio, il clima in cui ero immerso allora e per tutta la mia infanzia, avrebbe fatto marcire ogni mio rapporto futuro, d’amore o d’amicizia.
Ed è qui che sono rimasto seduto, su questo tappeto: voglio essere capito, essere amato così come sono.
Puoi essere amato.
Il sussurro mancato.