IL VIAGGIO

IL VIAGGIO

Autore: Michele Larotonda

“Ogni volta che vedo un aeroplano, mi viene voglia di saltarci su, senza sapere dove sta andando…” questo cantava Paolo Martella negli anni novanta, gli anni d’oro del rock milanese. Di tempo ne è passato, di acqua sotto i ponti c’è n’è stata tanta, il mondo, la gente tutto è mutato e in alcusi casi si è evoluto e in altri abbiamo continuato a dimostrare che, alla fine della fiera, siamo solo piccoli membri della razza umana. E la razza umana è fatta di emozioni, sensazioni e desiderio di cose nuove, insomma la razza umana è fatta per viaggiare e non certo per stare ferma.

Quante volte sono partito e una volta arrivato avevo già voglia  di ripartire, avevo già il desiderio di provare cose nuove. Emozioni e sensazioni provate soprattuttto se si viaggia da soli. Quando questo succede, quando questo capita è un po’ come  se ci si vedesse dal di fuori e il punto di vista ci viene offerto da una telecamera virtuale fissa su di noi.

Il viaggio in solitudine, lontani dalle nostre certezze, lontani dalla nostra comfort zone, magari solo con quei due o tre numeri da chiamare solo quando sei nei guai seri, ci permette il lusso di fingere di essere un altro, di essere diversamente se stessi.

In mezzo a gente che non conosci, in mezzo a situazioni nuove, ci possiamo permettere il lusso di non rispettare: regole date altrove e aspettative di altri nei nostri confronti. Il viaggio in solitudine (reale o mentale) permette di scoprire cosa e chi vogliamo essere. Ci possiamo donare attimi di tranquillità e serenità che permettono bilanci e danno risposte: ripartire o salvare qualcosa?

Il viaggio, l’allontanarsi, arrichisce la persona di colori, sensazioni e profumi nuovi. Il viaggio permette di lasciare qualcosa di noi nella meta raggiunta, come un’impronta sulla sabbia. Anche se poi, alla fine della fiera, cosa spinge l’uomo a viaggiare? Appartenere al posto che non si conosce, sperando che questo luogo dia felicità, magari scomoda, ma sempre felicità.

Per queste ragioni, quando mi dicono: “Michele ma va a quel paese!”

Io rispondo sempre: “Grazie mille”.