Autore: Michele Larotonda
Ho pensato tanto se fare o meno questo articolo, ma poi ha prevalso quasi un senso del dovere. È tanto che non scrivo su queste pagine che da, un po’ di tempo a questa parte, occupano gran parte delle mie giornate e gran parte dei miei pensieri.
Ormai sono giorni che, accendendo la televisione o collegandosi in rete, curiosando tra i social network, l’unico argomento è solo la guerra e spesso avverto un profondo senso di smarrimento pensando a mio figlio e pensando ai miei cari. Com’è possibile che nel 2022, dovevamo vivere una situazione del genere? Non bastavano i due anni di Covid, dove tutti erano virologi e tutti novelli Nostradamus. Ora siamo tutti strateghi e tutti esperti di politica estera.<
A volte il silenzio nasconde un grande senso di smarrimento, un grande senso di spossatezza, un grande senso di stanchezza.
Già, la stanchezza!!
Spesso e soprattutto negli ultimi anni, capita di dormire anche per dieci ore di fila e svegliarmi stanco. All’inizio davo la colpa alla qualità del sonno, davo la colpa a quella dannata pipì notturna che ti disturba sul più bello (la tanto agognata fase REM) e infine davo la colpa all’età. Proprio su quest’ultimo punto, mi tornavano alla mente i dolcissimi ricordi dei miei nonni che non dicevamo di non dormire tanto, di avere sempre freddo.
Starò diventando anche io così. I loro pensieri e le loro azioni si stanno trasferendo sulla mia persona? E anche se fosse, come sarò tra qualche anno?
Sarò una persona insignificante che non fa altro che aumentare il nostro geosistema oppure vivrò come Luciano Bianciardi (figura top della cultura pop) in cerca di quel riconoscimento che non avverrà mai se non dopo. Il dopo della livella (Totò docet).
Quel dopo a cui quella signora ucraina intervista dalla trasmissione Propaganda dice di non pensare, perché in questo momento non è il vivere a interessarle, ma solo sopravvivere e su questo avrei tante cose ancora da dire.
Tanti anni fa conducevo una trasmissione web, forse qualcuno l’avrà pure vista. Si chiamava A NUDO ed era una sorta di piccola finestra sul mondo dove esprimevo il mio punto di vista su diversi argomenti. Uno di questi era proprio il sopravvivere e ricordo che mi ero scagliato con molta decisione sull’abitudine delle persone a sopravvivere e non a vivere. Ricordo anche che avevo postato un frame del film La Finestra di Fronte di Ferzan Ozpetek dive un magistrale Massimo Girotti invitava una smarrita Giovanna Mezzogiorno a pretendere di vivere.
Alla fine della fiera nessuno saprà cosa ci riserva il futuro e anche il fatto di osservare una guerra da un televisore non fa altro che aumentare il mio senso di smarrimento e la mia pretesa a sopravvivere.
A Milano tutto procede nello stesso modo. C’è aria secca, gli alberi di fronte casa mia sono rifioriti e caricati di verde primaverile e io mi sono ritrovato a pensare a cosa saremo e dove saremo tra un anno, poi mi sono risposto che pretendevo troppo da me e allora ho ristretto il campo e mi sono chiesto a cosa saremo e dove saremo tra una settimana.
Forse è questo il segreto. Non è vivere, non è sopravvivere. È pensare a cosa succederà a breve, forse è questo il segreto di tutto.