IL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA

IL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA

Autore: Gianluigi Chiaserotti

Saltuariamente, e nella quotidianità, ritorna l’idea del ponte sullo stretto di Messina (Localmente chiamato “U Strittu”, noto nell’antichità come “Stretto di Scilla e Cariddi” dal nome dei due mostri omonimi che  secondo le leggende funestavano la navigazione tra Calabria e Sicilia, poi quindi in seguito fu noto come “Fretuum Siculum” e, in tempi più recenti, come “Faro di Messina”, denominazione puramente geopolitica risalente al regno medievale della Sicilia).

Ciò sarebbe un’infrastruttura più che necessaria per collegare velocemente la nostra Penisola all’Isola che fu Trinacria, che fu normanna, che fu sveva, che fu borbonica. 

Terra di antiche tradizioni storiche, letterarie, ma soprattutto di nascita di grandi uomini.

La prima volta che scoprii, oserei dire, il progetto di questo ponte fu cinquantatré anni or sono, quando, studente di Prima Media (ora sarei della Prima Classe della Scuola Secondaria di Primo Grado), nello studiare la geografia della Sicilia, sul mio libro di testo, vi era raffigurata un’immagine con il progetto appunto del ponte.

Valutai positivamente questa immagine in quanto il tratto di mare che distanzia “il continente” (come lo denominano i siciliani) è veramente esiguo (si attraversa a nuoto), cioè circa mt. 3.300, ed il ponte sarebbe la soluzione alle inutili attese a Villa San Giovanni di automobili e treni.

Ma purtroppo la storia è lunga e la realizzazione anche.

Questa ipotesi del mio libro di geografia del ‘70, accenna ad un’ipotesi del ‘69.

Ma la storia può andare oltre.

L’esigenza di collegare la Sicilia alla Penisola ha origini antiche. 

Già nel 1840 il Re Ferdinando II delle Due Sicilie pensò alla realizzazione di un ponte, incaricando un gruppo di architetti e ingegneri di fornirgli idee per la costruzione. 

Il Re comprese l’eccessivo costo dell’opera, che era alquanto non ammortizzabile per le casse del Regno.

Le proposte continuarono anche dopo l’Unità d’Italia.

Nel 1866 il ministro dei lavori pubblici Stefano Jacini aveva incaricato l’ingegnere Alfredo Cottrau, tecnico di fama internazionale, di studiare un progetto di ponte tra Calabria e Sicilia.

Più tardi, nel 1870, era nata anche l’idea di allacciamento sottomarino di mt. 2.200, proposta dall’ingegner Carlo Alberto Navone; il progetto, che si ispirava a quello napoleonico di una galleria sotto la Manica [poi nel 1994 realizzato e di gran lunga più lungo (mt. 5000)], prevedeva di entrare in galleria a Contesse e, scendendo a mt. 150, sottopassare Messina e Ganzirri attraversando lo stretto fino a Punta Pezzo e risalendo a Torre Cavallo

Nel 1876 Giuseppe Zanardelli, convinto dell’opportunità di un’opera fissa tra le due coste, affermava: «Sopra i flutti o sotto i flutti la Sicilia sia unita al Continente», facendosi portavoce di un’opinione corrente e di autorevoli studi. 

Un progetto di ponte sospeso articolato in cinque campate fu studiato nel 1883 da un gruppo di ingegneri delle ferrovie. 

Il catastrofico terremoto di Messina del 1908, che seguì dopo poco più di un secolo l’altrettanto se non maggiore terremoto della Calabria meridionale del 1783, ricordò a tutti che le condizioni sismiche della zona erano da valutare attentamente in previsione del progetto di un ponte in quella zona. 

Così nel 1909 fu pubblicato uno studio geologico dell’area, ma solo nel 1921 si riparlò di galleria sottomarina, quando l’ingegner Emerico Vismara, presentò al Congresso geografico di Firenze uno studio di galleria sotto lo stretto di Messina.

L’ultimo tentativo fu fatto nell’immediata vigilia del secondo conflitto mondiale

Nel 1934 il generale del genio navale Antonino Calabretta presentò un progetto di ponte tra Punta Faro e Punta Pezzo.

E l’anno successivo il comandante Filippo Corridoni suggerì invece la posa di un enorme tubo d’acciaio sottomarino per il transito ferroviario e veicolare.

Ci furono poi anche altre ipotesi.

Siamo così giunti a quella del ’69 ed alla costituzione della Società “Stretto di Messina S. p. A.”, che praticamente ha operato fino al 2013, per poi essere posta in liquidazione.

Questa è stata revocata nel corrente anno 2023, proprio perché attualmente le intenzioni della realizzazione appaiono positive.

I nostri figli assisteranno a questa realizzazione?