Autore: Davide Libralato
Inseriti prepotentemente in ogni dove: dal sociologico all’ artistico, dall’ umano a tutto ciò che prevede domanda/offerta e conseguente consumo, i famosi Influencer non possono essere snobbati.
Ma di preciso , chi può essere considerato tale? Come si fa a ” farne parte” ? Ma soprattutto: chi ha richiesto la loro esistenza?
Nel mondo che stiamo irresponsabilmente popolando i problemi personali e collettivi si susseguono con estenuante ciclicità quasi dovessero rispettare delle scadenze morali a cui paradossalmente non possiamo rinunciare. E oltre che a succedersi, accorgendoci del fatto che sono problemi comuni, non riusciamo a tenerceli per noi coinvolgendo sempre più persone con un solo click del nostro smartphone, esattamente come consultiamo i tutorial per il montaggio della lampada a muro o per l’installazione dell’ assistente vocale. Tuttavia questa cosa non ci ” eleva ” a persone più profonde o per forza di cose più attente alla sostanza ma molte volte tenendo conto e apprezzando maggiormente le modalità con cui ci vengono presentate le possibili soluzioni, diamo di fatto piu credito a chiunque ci proponga queste ultime piuttosto che agli ideali (qualsiasi essi siano) che dovrebbero condurci con forza verso una realtà più facilmente gestibile. Avere un pensiero e delle idee che ci portano ad una valutazione personale ben precisa o comunque sufficientemente ragionata da sentirla ” nostra ” senza che lo decida nessun altro dovrebbe essere la base. È proprio qui che invece entrano in gioco queste celebrità di Internet, anche detti appunto Influencer. Una volta l’appartenenza sociale o le svariate frequentazioni ci catalogavano (è una brutta parola lo so ma a volte è utile per esser chiari) verso una corrente di pensiero, capitanata da una compagine politica piuttosto che da un’ altra. Oggi le scelte estetiche , le mode, gli Status Symbol vengono fastosamente condizionati e manipolati da questi personaggi. Questo perché? Difficile su due piedi dare una risposta che possa essere contemporaneamente esaustiva , non banale e sensata. Sta di fatto che il cantante di turno influenza il nostro pensiero ” X ” riguardante ad esempio teorie varie su argomenti di attualità o politica, più del preparato ministro ” Y “. Perché banalmente non abbiamo voglia di crearci un’ idea chiara e informata delle cose, ma ci fidiamo ed affidiamo al sorriso benevolo della persona che ci ispira più simpatia e fiducia, anche se in merito non ha nessuna competenza. Questa cosa in realtà c’è sempre stata, magari in misura inferiore; emulare il personaggio famoso era una conseguenza del suo esser tale ma oggi purtroppo sembra esserci la volontà di raccogliere prima la fama (quindi numeri, followers) per poi diventare per l’appunto gente che ha “potere” sui propri seguaci. E sto parlando di persone che di fatto non fanno altro che quello, non diventando influenti per altre caratteristiche. Si può parlare quindi letteralmente del ” partito degli Influencer “. Il pericolo è dietro l’angolo, e si riflette su molti aspetti sociali nonché educativi: chi ce lo fa fare a prepararci, studiare, addirittura combattere per un’ ideologia e diventare stimati professionisti se per muovere le scelte delle masse paga di più raccogliere proseliti facendosi osannare da Social e Media? A parer mio stiamo rischiando di diventare portatori (mal)sani di meteore ideologiche al pari delle Hit estive. È questo ciò che vogliamo? Vivere un mondo governato da Influencer?