Autore: Lorenzo Grazzi
C’è qualcosa che non quadra. Da bambini ti fanno giocare al papà e alla mamma (con tanto di bambolotti che se prendessero vita la prima cosa che farebbero sarebbe chiamare il Telefono Azzurro), poi ci si aspetta che crescendo ci sia un vivo interesse per l’altro sesso perché “da adolescenti è normale voler scoprire certe cose”, il tutto perché da adulto tu possa realizzare la “famiglia naturale”, quella del Mulino Bianco (che andrebbe denunciato per aver rovinato più di una generazione con ideali inarrivabili… io a colazione certo non pimpante e pieno di gioia di vivere, non so voi).
Tutto bene, non fosse che poi apri il giornale e leggi di donne picchiate, uccise a bastonate, a coltellate, sfigurate con l’acido.
Le mie scarse conoscenze scientifiche mi suggeriscono che il termine “naturale” si applica a comportamenti e situazioni che non sono forzate ma, appunto, naturali o spontanee, cosa che mi confonde un po’ le idee: come può essere naturale una famiglia dove il trucco serve a nascondere i lividi? O dove una delle parti non può essere libera di essere sé stessa?
Tutta questa naturalezza io non la vedo; i due sessi ancora non si sono capiti dopo migliaia di anni di convivenza (e una manciata di evoluzione), ed è un problema bello grosso perché basare una società (in Italia è scritto nella Costituzione), sulla famiglia è davvero un pericolo.
Sì, perché veniamo da un periodo piuttosto lungo di patriarcato (e se sentiamo l’esigenza di uscirne significa che proprio un bel lavoro non ha fatto) che ha minato le fondamenta del nostro mondo.
Se sei maschio DEVI comportarti da maschio:
non avrai altro sport al di fuori del calcio,
non avrai altro interesse se non la palestra,
non uscirai di casa senza esserti depilato (ovunque),
desidererai la donna di chiunque,
non avrai rapporti sessuali con altri maschi (tranne da attivo),
farai figli che poi crescerà tua moglie,
sarai dedito alla carriera lavorativa perché è quella che manterrà la famiglia che ti appartiene,
solo la grandezza della tua auto stabilirà il tuo reale valore,
se tua moglie ti tradisce la dovrai dominare,
se tradisci tua moglie sarà colpa sua che non ha saputo tenerti vicino,
se i figli andranno male a scuola sarà colpa di tua moglie che doveva occuparsene meglio mentre tu ti spaccavi il… schiena al lavoro,
se una donna dice no, vuol dire sì,
se non fai rissa con gli altri maschi del tuo branco contro maschi di altri branchi sei un vigliacco,
il maschio non fa le faccende di casa, al massimo (ma è preferibile evitare) coadiuva la moglie in quelli che sono i suoi compiti.
Possiamo andare avanti a lungo, purtroppo.
Durante la Rivoluzione francese Olympe de Gouges pubblico la sua “Dichiarazione per i diritti della donna e della cittadina”, uno smacco di genere che voleva sostenere l’uguaglianza dei sessi… era il 1792 e l’anno successivo Roberspierre la fece ghigliottinare “per aver disatteso le prerogative del suo sesso”.
La richiesta della de Gouges non erano poi campate in aria: “così come le donne hanno il diritto di salire al patibolo, devono avere altresì il diritto di accedere alle più alte cariche”. Era comunque troppo…
Quando Mary Shelley pubblicò il suo capolavoro Frankenstein lo fece con uno pseudonimo maschile e il romanzo fu accolto con gli onori delle gloria, poi svelò la sua identità e i critici divennero più freddi “si tratta di un opera interessante, soprattutto per essere stata scritta da una donna”. Una frase del genere fa proprio venir voglia di dare schiaffi.
Alan Turing prima salvò l’Europa dall’ombra nazista grazie al suo genio e alla macchina Enigma, poi si suicidò perché arrestato per omosessualità venne sottoposto a un trattamento per inibire la libido che gli causò la crescita del seno sottoponendolo a un’umiliazione fisica e morale indicibile… perché i veri maschi queste cose non le fanno.
Il problema è che siamo dovuti arrivare al patriarcato proprio perché i veri maschi non esistono. Esattamente come accade con le pubblicità del Mulino Bianco (che probabilmente mi denuncerà), l’aspettativa è talmente bella, talmente perfetta da essere inarrivabile e i maschi, che si sforzano di essere veri maschi, si scontrano con la tragica realtà: sono fallibili.
Come rispondere a questa legge della natura (questa volta sì, del tutto naturale) e della vita? Dove la logica si inceppa arriva la ragione della forza e una donna non può sottrarsi al suo maschio minacciando il suo potere e se non cede con le botte, non cede con le minacce, allora si va oltre.
Un omosessuale non può starsene mano nella mano col il proprio compagno perché è manifestazione fisica di un maschio deviato e se non lo capisce con le botte, non cede con le minacce, allora si va oltre.
Il patriarcato, il machismo, il vero maschio, sono più leggendari degli unicorni. Perché il VERO maschio, è quello che lascia spazio al mondo fuori da lui, non ha paura e non sente l’impellente esigenza di affermarsi sugli altri. Il VERO maschio è quello che può tirarti un pugno, ma preferisce parlare con te. È quello che può uscire con gli amici, ma preferisce stare a casa a fare le faccende perché tu possa uscire con le amiche. Il VERO maschio, è quello che vuole costruire qualcosa con te (non su di te), è quello che rispetta la tua libertà e si aspetta di poter godere della propria.
Il patriarcato non è un problema delle donne, è un problema della società che, scusate, il covid gli fa una pippa. Esiste un vaccino anche in questo caso, ed è la società stessa; una società che non si piega alla violenza, che denuncia, che partecipa e che combatte perché il male occupa gli spazi lasciati vuoti dal bene.