IL FASCINO DEL LATO OSCURO

IL FASCINO DEL LATO OSCURO

Autore: Antony Russo

Sono immerso nelle immagini che proietta la tv: il film che ho scelto sta giungendo al termine.  

Come di consueto accade in queste tipologie di pellicole l’epilogo è sempre il medesimo: scontro finale.  

Venom e Carnage se “le suonano” a ripetizione. Non si limitano a esprimere il potenziale fisico, ma pensano bene di regalarsi aneddoti. Per inciso: sto ironizzando, perché amo questi film.  

La conversazione vera, più profonda, non avviene tra i simbionti, ma tra gli umanoidi: Eddie Brock e Cletus Kasady. 

È quest’ultimo in particolare a colpirmi. Il nemico, infatti, cerca di spiegare le motivazioni che l’hanno spinto a diventare un Serial Killer, ancor prima di essere “posseduto” da Carnage.  

Gli abusi subiti da piccolo e l’assenza di aiuti dal mondo esterno, sono stati fondamentali per intraprendere la strada del lato oscuro.    

La mente inizia a viaggiare e si ricollega a quanto appreso al corso di criminologia durante i miei studi universitari, nonché all’articolo da me scritto qualche giorno fa in merito alla ferita dei non amati.  

Il classico tentativo da parte degli autori di umanizzare il cattivo di turno affinché gli spettatori possano dispiacersi per la sua disfatta ha stimolato una serie di riflessioni.  

Non mi sono limitato al “però non aveva tutti i torti ad essere così”, ma sono andato ben oltre, arrivando a domandarmi il perché a parità di condizioni, alcune persone rimangono essenzialmente buone e, nel peggiore dei casi, finiscono per dirottare la propria aggressività repressa verso sé stessi, ed altri, invece, diventano carnefici.  

Alcuni cercano di regalare amore per essere notati, mentre taluni optano per una notorietà differente.  

La domanda ulteriore è: c’è davvero una differenza tra queste tipologie di individui?  

“Oh Eddie, nasciamo tutti in questo mondo attraverso il sangue e il dolore, ogni eroe ha un suo passato” scrive Kletus a Venom. 

Molto spesso siamo affascinati dal lato oscuro: amiamo Batman, ma ci lasciamo facilmente catturare dalle follie del Joker (per citare un duo buono/cattivo); siamo terrorizzati e, parimenti, affascinati dalle vicende dei Serial Killer.  

Gli stessi Supereroi hanno anime combattute, giacché gli autori stessi li hanno dotati di turbe mentali affinché gli appassionati possano immedesimarsi. Quante volte trovandoci di fronte ad una nuova avventura, il protagonista sceglierà di comportarsi erroneamente, perché influenzato proprio da quella parte oscura dentro di lui.  

Lo stesso Bruce Wayne ha spesso, durante la propria carriera da Uomo Pipistrello, abbandonato la strada della giustizia, per accogliere quella della vendetta.  

Siamo davvero così puri, ovvero siamo dei semplici vigliacchi che ammiriamo coloro che hanno avuto il coraggio di sfogare quell’aggressività repressa che non riusciamo a far venire fuori? Abbiamo davvero scelto di rifuggire il lato oscuro della forza?  

Non siamo poi così dissimili, questo è ciò che penso.  

A parità di turbe mentali, sono le vicende della vita ad averci portato a percorrere una strada piuttosto che un’altra. Nulla vieta che vi possa essere una piccola fuoriuscita dal binario percorso. Una deviazione se così possiamo chiamarla.  

Quindi pare opportuno consigliarvi di evitare di diventare la goccia che ha fatto traboccare il vaso all’ennesimo reietto, che reputate buono.  

Nessuno può capire quale può essere un punto di rottura.  

Non vorrei foste la ragione per la nascita di un nuovo serial killer.  

Io vi ho avvertito, la scelta è vostra.