Autore: Michele Larotonda
Silvia Avallone è tornata!
Sono trascorsi quattro anni dal suo “Un’amicizia” (Premio Croce Pescasseroli, Premio Cimitile e Premio Viadana), un romanzo bello e intenso come tutte le storie raccontate dagli altri suoi romanzi.
Cosa succede ad uno scrittore nel tempo che intercorre tra un romanzo e un altro? Silvia Avallone di certo non è stata con le mani in mano.
La ritroviamo tra le firme del Corriere della Sera e del settimanale Sette. Nel 2021, in occasione della giornata Internazionale della Donna, ha tenuto un discorso sulla parità dei sessi e sul valore della parola “indipendenza” e sempre nella stessa occasione è stata nominata Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Infine, l’anno scorso è nata la sua seconda bambina, ma nonostante tutto ha saputo ritagliarsi del tempo per ritornare a scrivere, ritornare alla sua terra e raccontarci la storia più potente e la più emozionate che la sua mente poteva partorire.
Il 23 gennaio è uscito per Rizzoli “Cuore Nero”:
Emilia e suo padre stanno raggiungendo Sassaia, un piccolo borgo nella Valle Cervo dove pare non abiti nessuno, un po’ per essere praticamente sconosciuto e un po’ perchè per raggiungerlo bisogna attraversare a piedi una strada sterrata e poco visibile.
Emilia è una trentenne che ha deciso di trasferirsi proprio lì, dove ci si può riposare, staccare da un presente fatto di macchine, rumori, ma Sassaia soprattutto è il posto ideale dove si può sfuggire dal proprio passato. Dopo la partenza del padre, la ragazza si trova completamente sola, totalmente immersa nel silenzio e soprattutto senza sapere che un uomo (Bruno) l’ha notata fin da subito.
Il loro incontro si trasforma in una vera e strana relazione. Non sanno nulla l’uno dell’altro, si completano perchè hanno dentro un dolore e un segreto che li rende simili. La loro solitudine li porterà ad annientarsi a vicenda…
Personalmente non amo mai definire un romanzo come quello “della maturità”, ma per questo nuovo lavoro della Avallone non posso che sottolineare come la scrittrice biellese abbia fatto un grande passoavanti nella sua produzione letteraria.
Si ha la sensazione che i temi affrontati nei romanzi precedenti (amicizia, tradimento, ambizione, solitudine…), in questo nuovo lavoro, vengano amplificati all’ennesima potenza. I due protagonisti sono, a loro insaputa, vittima e carnefice e i loro ruoli continuano ad invertirsi pagina dopo pagina, in un continuo turbinio di episodi dove Emilia preferisce nascondere il suo passato per tornare alla vita e Bruno, invece, fugge dalla vita e dalla sua esistenza ponendosi limiti e barriere.
Il tema principale del romanzo potrebbe essere quello di rimediare all’irreparabile, che detto così può sembrare una contraddizione in termini evidente. L’istinto umano porta ciascuno a fare del proprio meglio per uscire da una situazione difficile e spesso la fuga, il nascondersi si presentano come la soluzione più immediata. Il primo passo per affrontare un problema irreparabile potrebbe, invece, essere quello di accettare la realtà e comprendere che non si può tornare indietro. Questo può essere difficile da metabolizzare, ma è fondamentale per poter andare avanti.
In conclusione, il nuovo romanzo di Silvia Avallone è uno spaccato di vita che pone il lettore davanti ad una sorta di autoanalisi per arrivare a conoscere davvero se stessi. Un romanzo ricco, travolgente, puro,dove la redenzione è sempre ad un passo, ma è sempre in bilico.