IL CERCHIO PERFETTO

IL CERCHIO PERFETTO

Autore: Antony Russo

“Gli uomini in certi momenti sono padroni del loro destino; la colpa, caro Bruto, non è delle nostre stelle, ma nei nostri vizi.”

Giulio Cesare, William Shakespeare

Siamo noi gli artefici del nostro destino. Sono un fervente sostenitore di questo semplice concetto e, conseguentemente, non riesco ad accettare quanto postulato dalla “legge di attrazione” secondo la quale il pensiero positivo possa da sé, anche semplicemente restando fermi, portare quanto di buono può capitare nella vita. 

Abbandonare l’atteggiamento negativo porta sicuramente dei risultati, solo qualora, esso venga associato al prendersi le proprie responsabilità. Agendo con ottimismo, non solo si riuscirà a vedere quanto di capiti con occhio diverso, ma ci renderà anche più determinati e persuasivi, riuscendo ad essere dei veri e propri “motivatori” di noi stessi. 

Ciò non lascia spazio all’attribuzione di responsabilità, dei nostri errori o della più semplice mancanza di coraggio del cambiare ciò che non ci rende felici, a fattori o persone terze. Non mi piace il vittimismo, credo non vesta bene su di me. Gli altri possono fare un po’ ciò che vogliono, non sta a me giudicare. 

Fermo restando questo potere che attribuisco all’agire umano, non posso ignorare la circostanza secondo la quale nel nostro camminare, alcune volte,  “il destino” pare ami giocare d’azzardo fornendo quelli che definisco piccoli sussurri del fato. Potrebbe essere l’incontro casuale, a seguito di un contrattempo di qualche secondo, o l’udire un discorso che non si sarebbe ascoltati se fossimo arrivati in orario e non in anticipo, perché quel mattino il traffico è stato particolarmente clemente con voi. 

Questa premessa, giusto per porvi un quesito: avete mai sentito parlare dell’Effetto Zeigarnik? Nemmeno io fino a ieri, quando mi veniva riproposto per ben tre volte ieri, in tre contesti diversi: la prima volta l’ho udito al mattino mentre mi recavo a lavoro, in un Podcast sull’intelligenza emotiva, successivamente nel pomeriggio, inoltrato, è stato il turno della televisione ed infine la sera mentre leggevo il romanzo di Francesco Sole “La Storia d’Amore che ti cambierà la Vita”

Ho ritenuto fosse importante sussurrarvi di cosa si trattasse, magari potrebbe esservi utile. 

La Psicologa Russa Bluma Zeigarnik trovandosi in un ristorante notò che “Ogni singolo cameriere sembrava ricordare perfettamente gli ordini ancora da servire, dimenticandosene immediatamente dopo che erano stati serviti”. Inizia, così, un importante esperimento dalla quale riuscì ad emergere che “Quando si intraprende un’azione si crea una motivazione per portarla a termine che rimane insoddisfatta se l’attività viene interrotta. A causa di questa motivazione un compito interrotto resta nella memoria più a lungo e più profondamente di un’attività compiuta o di un’attività non iniziata e questa permanenza ci sollecita a completarlo”.

Detto, in altri termini, tutti pare riescano a ricordare meglio i compiti interrotti e non completamente eseguiti, rispetto a quelli compiuti.  

Questa verità iniziò, pertanto, ad essere utilizzata nei libri a puntate, qualora l’autore si divertiva a interrompere il racconto “sul più bello” esattamente come accade oggi nelle fiction. Ma non solo, avete presente quelle canzoncine pubblicitarie o quei motivetti delle canzoni che entrano in testa? I c.d. earworms che sembrerebbero fondare le proprie radici sull’effetto Zeigarnik. 

A seguito di un’altra ricerca condotta dallo Psicologo Ray Hyman si scoprì che ascoltarli per intero fungerebbe da scacciapensieri immediato, giacché costituirebbe il completamento di quanto iniziato.  

Questo spiegherebbe il perché alcune persone non riescono ad uscire dalla nostra testa. L’uscita ad effetto sorpresa, se fatto con coscienza, è un bell’espediente posto in essere da manipolatori o da semplici teatranti, i quali vogliono lasciar quell’urgenza di completare quel progetto intrapreso. 

Spesso non rimane amore o benevolenza è solo il mancato compimento di quanto ci eravamo prefissati con quell’individuo a rivestire un tarlo fisso. Da qui è facile scardinare il meccanismo. Qualora fosse stato innescato inconsciamente è un bene, qualora sia stato fatto con coscienza, ancora meglio. 

Per tutti coloro che appaiono pigri, invece, rispetto ad un determinato compito, provate ad iniziare a farlo e a mollare il tutto sul più bello. 

Provare per credere.