Autore: Sabrina Fava
La decenza ha canoni economici.
Nel 2023 ci ritroviamo a passare la maggior parte del nostro tempo a scorrere con il dito indice un post dopo l’altro sui social. Con una sola occhiata a una delle tante piattaforme si comprende che il mondo gira e continua a girare come ha sempre fatto. I soldi sono il grande magnete che attrae ogni cosa.
Ci sono sempre più limitazioni sui social per quanto riguarda la pubblicazione di contenuti espliciti. Non si può parlare di omicidio o suicidio in maniera troppo chiara e “non si possono” pubblicare foto di nudo. Non c’è assolutamente nulla da dire al riguardo. È giusto e doveroso informare dei fatti senza spaventare e mostrare senza scandalizzare.
Proprio per questo ai piani alti del mondo del web tentano, per quel che possono, di limitare i danni. Sono state stabilite delle regole e dovrebbero essere rispettate. Nel caso in cui non venissero seguite le linee guida si pagherebbero le conseguenze. Facciamo un esempio. Se pubblicaste una foto in cui ci sono contenuti violenti, quel determinato contenuto potrebbe essere bloccato dal vostro profilo o direttamente eliminato in quanto viola le regole a cui avete acconsentito quando avete fatto l’iscrizione.
E per questo nulla da ridire.
Ciò nonostante, fatta la regola fatto l’inganno. Colpo di scena: spesso a far l’inganno è lo stesso personaggio che fa la regola. Ci sono piattaforme che sono uno specchietto per altre. Cosa intendo? Intendo che un social come Instagram può essere la vetrina per un social come OnlyFans. Il primo è il manichino e il secondo il prodotto che si andrà ad acquistare in negozio. Si clicca sul link in bio (biografia del profilo dell’utente) ed ecco che in un battibaleno si è sulla piattaforma tanto discussa negli ultimi mesi. Ma non è finita qui, torniamo all’inizio dell’articolo e calchiamo la mano sui “canoni economici”. In parole povere è concesso a certi soggetti “influenti” di pubblicare ciò che gli pare e piace. Però anche qui c’è un’importante scrematura. Non è consentito a tutti gli influencer perché altrimenti sarebbe stato “comprensibile”. Se fa guadagnare è concesso, se non fa guadagnare, ai piani alti cliccano sul bottone per bloccare i contenuti espliciti.
Perciò, è concesso che delle persone “influenti” mostrino il seno sulle piattaforme ma che un pittore iperrealista pubblichi le sue opere sui social è sbagliato. Un corpo nudo pennellato su tela potrebbe far scalpore, giusto?
Se questo è un modo per uccidere l’arte abbiamo appena trovato movente e arma del delitto.