I METALLARI DEGLI ANNI 90, IERI E OGGI

I METALLARI DEGLI ANNI 90, IERI E OGGI

Autore: Chantal Guzzetti

La gioventù e i ricordi; il tempo che passa e i tempi che cambiano.

Le generazioni si evolvono e vivono la giovinezza in modi diversi, opposti se pensiamo a i nostri nonni a sedici anni, e persino molto differente da quella che hanno vissuto nostri genitori.
Ma noi? Noi che abbiamo quarant’anni oggi come abbiamo vissuto la giovinezza?
Qualcuno dei lettori sta sorridendo al pensiero; alcuni stanno sospirando; a pochi, spero, non importa ricordare. Eppure, ciò che siamo oggi ha radici profonde anche negli anni delle immense compagnie e dei falò sulla spiaggia, con le chitarre in mano e tanta voglia di stare insieme. Quei momenti, quelli che personalmente io ricordo con il sorriso, ci hanno formato e la musica ha avuto, per i più, un ruolo a dir poco fondamentale per modellarsi, soprattutto per chi ha scelto quei generi musicali di nicchia. Quelli per il quale i genitori storcevano il naso e che non ascoltava quasi nessuno.

Dicono che è la musica che ascoltavi tra il 14 e i 18 anni quella che ti rimarrà nelle ossa e nel cuore per tutta la vita, e io ci credo.
Sto parlando di quella musica che, in quel periodo, non era di moda né di uso popolare tra i giovani. Ai miei tempi, fine anni 90′, era il Rock più duro e tutte le sue diramazioni, insieme al Punk in tutte le sue sfaccettature.
Ma diciamo la verità, ora che sono passati anni e ci guardiamo da lontano: eravamo diversi e ci piaceva esserlo. Per alcuni però non era così semplice. Nella cerchia dell’Heavy Metal non c’era solo il rozzo del paese con i suoi quattro amici appassionati del genere, i capelli lunghi e il giubbotto “Chiodo”. A rifugiarsi in questa nicchia di intoccabili c’erano anche i timidi, quelli che avevano bisogno di un’identità e un bracciale borchiato dietro il quale nascondersi perché altrimenti sarebbero stati gli emarginati della scuola. E allora perché non auto emarginarsi unendosi a un gruppo più ampio? Molti di quelli che avevano bisogno di un’identità per emergere hanno trovato stratagemmi e per me, metallara degli anni 90′, è stato il momento il cui ho trovato me stessa. Io che ero cresciuta a Led Zeppelin, Franck Zappa e al rock anni 60’\70′.
E ricollegandoci ai tempi che cambiamo, posso solo essere felice della mia gioventù da rockettara emarginata. Ma lo ero davvero? Assolutamente, no!
Ero additata a scuola? Forse. Dai professori? Certamente, e badate che il mio massimo della trasgressione era un jeans, scarpe sportive rigorosamente nere e felpa dei Pantera. Ma sono stata fortunata, avevo una “compagnia” di amici mista e vedute ampie.
Ma i Metallari erano diversi. Ascoltavamo musica dura, i concerti non si svolgevano certo a teatro e non andavamo d’accordo con i cosiddetti Punkettoni.
È tutto diverso oggi, vero?
Oggi si lotta per la diversità, a me invece sembrano tutti praticamente uguali e più cattivelli gli uni con gli altri anche se non suddivisi in fazioni e in generi musicali. È strano e sicuramente deve far riflettere.
Quanto, quindi, le mie radici di metallara mi hanno forgiata nel tempo? Forse quando sei stato diverso hai le spalle più larghe, ma la verità è che la fragilità è soggettiva e oggi abbiamo più sensibilità che differenze umane perché strettamente collegati dalla rete. Prima. almeno, potevamo riunirci e proteggerci in gruppi facendoci forza e vivendo le nostre vite, come in un branco. Ma c’era il rovescio della medaglia. Le bestie di Satana ascoltavano Death Metal e allora tutto il genere era reietto. Però eravamo un gruppo e la musica, si sa, unisce sempre chi sa ascoltare ed è ricordo, a volte felice e a volte triste. A me manca da morire un bel festival rozzo, seduta su un prato, con solo una birra in mano.

Dove sono finiti, dunque, i Metallari degli anni ’90?

Ci nascondiamo in bella vista; vent’anni fa sembrava un sacrilegio uscire con qualcuno che non venerava la stessa musica, per molti di noi era così, ora non più; ascoltiamo la stessa musica ma forse bazzichiamo meno i locali e andiamo a ben pochi concerti. Abbiamo chiuso in una scatola cinture e bracciali borchiati, ma non butteremo mai la nostra t-shirt dei Metallica, né quella del Gods Of Metal, quando sono stati gli Iron Maiden a fare da head liners.Sicuramente possiamo sorridere dei bei ricordi.