Autore: Antony Russo
Sono seduto qui d’innanzi al mio portatile, le mie inseparabili cuffie addolciscono la mia mente da inguaribile romantico.
Non posso frenare il velo di malinconia che cala sui miei occhi. La ferita da non amato inizia a riaprirsi a causa di una consapevolezza.
Non si può negare che canzoni, libri e film trattino, per la maggiore, d’amore. Spesso hanno un filo conduttore: la sofferenza. Essa può derivare dalla rottura di un rapporto, dal sentimento incancellabile per un qualcuno di ormai lontano, dalla solitudine nel non riuscire a trovare “la persona giusta”.
Hanno un enorme successo questi temi, perché toccano profondamente e commuovono. Il cuore accelera e inizia a percepirsi un peso che comprime il torace: ci si immedesima con il dolore, lo abbiamo provato.
A farmi soffrire è il pensiero di come si siano evoluti i rapporti affettivi, nei quali hanno germinato gli effetti di questo consumismo spasmodico.
Siamo in un’epoca in cui l’amore, nella concezione più ampia del termine, potrebbe essere riscoperto e vissuto con pienezza. Invece, ci si trova di fronte a rapporti fugaci, ove non c’è impegno e si fugge al primo ostacolo.
Le persone si sostituiscono come magliette a basso costo, salvo poi riempire le pagine dell’ennesimo libro romance di lacrime amare versate, perché si soffre.
Il mio cuore da inguaribile romantico guaisce di fronte a questa contraddizione, si cerca la persona giusta, ma non si ha la forza di dirgli resta.
Si è passati dal tenere in piedi rapporti dannosi al definire tossici rapporti per giustificare una chiusura.
Ci si intenerisce per il prossimo, solo quando è lontano e non tocca i nostri interessi.
Si pensa egoisticamente al proprio benessere, non curandosi di quello altrui.
Gli inguaribili romantici, be si ritrovano a sentirsi soli.