Autore: Lorenzo Grazzi
Nei tempi passati erano considerati “imbrattatele” quegli artisti che il pubblico non capiva e riteneva incapaci di creare qualcosa di bello secondo i canoni del tempo. Caravaggio, gli Impressionisti, i Modernisti… chiunque facesse qualcosa di innovativo, insomma.
Già questa è una lezione importante: se non capisci non giudicare, potresti essere tu il problema.
Oggi questi imbrattatele sono esposti nei musei più importanti del mondo, ammirati da milioni di persone e le loro opere vanno capitali straordinari.
Ma ci sono gli imbratta-imbrattatele. Chi sono? Sono solitamente giovani, spesso adolescenti, che armati di vernice si scagliano contro le opere d’arte per attirare l’attenzione sul cambiamento climatico e i suoi effetti.
Sono cresciuto in un’epoca dove “andare al museo” significava mettersi i vestiti buoni perché ci si recava in un tempio del sapere, dove trovare la storia dell’uomo e le più alte motivazioni del perché non ci fossimo ancora estinti. Ho un timore reverenziale dei musei, parlo sottovoce come in chiesa, osservo tutto da lontano per essere certo di non sfiorare nulla, di non danneggiare nulla.
Credo di soffrire anche di sindrome di Stendhal (una volta mi sono messo a piangere come un coccodrillo depresso davanti alla Ragazza con l’orecchino di perla).
Capite il mio shock nell’immaginare qualcuno che deturpa un’opera d’arte?
Beh, poi ci ragiono sopra. La vernice usata da questi ragazzi è lavabile e non viene mai gettata sull’opera, ma solo su cristallo di protezione. Non c’è alcuna volontà di distruggere qualcosa.
Ma allora qual è lo scopo?
Lo dicevamo prima: attirare l’attenzione su qualcosa che dovrebbe stare a cuore a tutti ossia la sopravvivenza della specie.
I danni del cambiamento climatico stanno per colpirci, non è un anatema, è la verità che professano gli scienziati di tutto il mondo da almeno vent’anni, e della quale nessuno si è curato.
Ora stiamo toccando con mano la prima fanteria di quella guerra che il pianeta sta preparando per difendersi e che di costerà parecchio nei prossimi anni.
Eppure, leggendo le notizie, non sento la voglia di approfondire questo argomento. Si legge solo di ragazzate nelle quali di danneggia il patrimonio culturale, ma nessuno indaga sul perché.
Dal mio punto di vista, che dei ragazzi siano preoccupati per il futuro del pianeta è solo che positivo, un fiore di speranza. Lo fanno anche in maniera pacifica, anche se scenica (ma diciamoci la verità… qualcuno avrebbe parlato di loro se si fossero messi a distribuire volantini nelle piazze?).
C’è anche l’altra questione, quella del patrimonio artistico del quale tutti sono molto preoccupati. Secondo le statistiche nel 2050 la temperatura media italiana in estate non scenderà mai sotto i 45/50° C. Le opere d’arte che questi giovani stanno “deturpando con ragazzate” sono oli su tela, o su tavola, capolavori del Medioevo, del Rinascimento o dell’Arte Moderna che si distruggeranno da soli a causa delle temperature. Entreremo in musei-congelatori ammesso che ci siano le risorse per refrigerarli, oppure li perderemo per sempre a causa di quel cambiamento climatico che i giovani delinquenti ci stanno chiedendo di combattere.
Ma noi, che abbiamo il dovere di preservare il pianeta da affidare alle nuove generazioni, cantiamo e balliamo e facciamo rumore per non sentire e chiudiamo gli occhi per non vedere, come le cicale della fiaba, viviamo un’eterna estate deridendo le operose formiche.