GLI ANNI PIU’ BELLI DELLA NOSTRA VITA

GLI ANNI PIU’ BELLI DELLA NOSTRA VITA

Autore: Sabrina Fava

Quando i fumi dell’adolescenza abbandonano le menti dei più giovani il mondo comincia a cambiare. Nelle infinite sfaccettature dell’animo umano esistono principalmente due modi per affrontare “ciò che viene dopo”. Tutto inizia quando si decide inconsciamente come gestire gli interminabili attimi che forgiano l’età più delicata dell’esistenza. I ricordi possono essere cloroformizzati o fissati a fuoco nei cassetti della memoria. È interessante focalizzarsi su coloro che tendono a cancellare le vicissitudini di quegli anni e sarà per gli altri comuni mortali come una sottospecie di missione alla ricerca del Santo Graal.

In quel caso vengono lasciate alle spalle quelle sensazioni travolgenti di cui non si conoscevano inizio e fine. La concretezza della vita adulta prende a bussare alla porta e si sa “Da un grande potere derivano grandi responsabilità” come diceva il dolcissimo Spiderman di quartiere. Si comincia a pensare a un impiego, si devono passare ore in banca a fare test per riuscire a comprendere che tipo di investimento effettuare per racimolare qualche soldo per l’acquisto di una casa.

Il tempo scorre e dopo sacrifici su sacrifici finalmente il ruotare della chiave nella serratura, il cane ad abbaiare o il gatto a farsi le unghie sul divano nuovo, i figli, le prime pappe a impiastricciare i capelli e gli anni passano come se avessero premuto il tasto “velocizza” in un vecchio mangianastri. E quando la chioma prende a imbiancarsi si riavvolgono tempo e spazio e si torna indietro negli attimi in cui queste dannate “responsabilità” non si sapeva nemmeno cosa fossero. Sembrano gli anni più belli per coloro che hanno tenuto nel setaccio solo i felici tempi andati e si vorrebbe ritornarci. E se non fossero durati abbastanza?

Quell’aggeggio che abbiamo all’interno del cranio è così potente e infimo che tende a eliminare i ricordi traumatici per la pura sopravvivenza della specie. Ed è proprio per questo che tornando indietro si pensa che allora tutto fosse perfetto ma non è sempre così. Se solo fosse possibile disgregare i lembi nei quali si incastrano i ricordi forse sarebbe possibile rammentare ogni cosa. L’amore che sembra scoppiare nel petto, i pianti disperati in un angolo della stanza, la gelosia assaggiata per la prima volta ad avvelenare la ragione, gli auricolari incastonati nelle orecchie, la cicca di una sigaretta a tingere medio e indice.

In tutte queste farneticazioni ciò che voglio dirvi è semplice. Chissene frega come avete vissuto l’adolescenza e chissene frega se siete andati avanti dimenticandola o meno. Voglio gridarvi che vale la pena vivere con la consapevolezza del passato in modo da ricordare quanto ci sia di bello nascosto negli angoli della vita.