GEMELLI DIVERSI

GEMELLI DIVERSI

Autore: Lorenzo Grazzi

Immaginate: una sera d’estate, l’aria tiepida si fa appena più fresca a mano a mano che il cielo sfuma nel blu e nel nero della notte che si veste di una trapunta di stelle. I grilli cantano e dalle finestre aperte, per dare un po’ di refrigerio in casa, arriva il brusio dei televisori. Che pace.

Rimanete così, con gli occhi al cielo a contemplare quello spettacolo di stelle ponendovi qualche domanda esistenziale: “chi siamo?”, “da dove veniamo?”, “dove stiamo andando?”.

Ecco, proprio queste domande potrebbero trovare risposta lassù.

Nell’immensità del cielo c’è qualcosa che ci fa sentire meno soli, un pianeta che gli scienziati tengono sotto controllo da decenni e se ne sta lì con i suoi numerosi enigmi in barba ai complottisti di ogni epoca, parlo ovviamente di Marte.

Perché il pianeta rosso è stato (ed è) tanto importante? Ci avete mai pensato? Tutti conoscono i marziani, ma difficilmente si sente parlare di “venusiani” o “gioviani” (anche se “gioviali” sarebbe molto più carino, secondo me. Però bisogna vedere, magari sono antipatici e quindi suonerebbe ridicolo… ma non è di questo che volevo parlare).

Fin dalle prime missioni spaziali l’obiettivo era raggiungere Marte e scoprirne i segreti: l’idea di mandare un uomo (o una donna) sul pianeta rosso è l’ambizione di qualunque agenzia spaziale, ma perché?

Passiamo in rassegna i nostri altri fratelli: Mercurio, il piccolino di casa è talmente vicino al sole da avere un’escursione termica tra il giorno e la notte di quasi duecento gradi (immaginerete che non ci sia proprio la gara a farci le vacanze). Venere, la splendente, è tale grazie alla sua atmosfera a base di ammoniaca che riflette i raggi del sole… come si dice, guardare ma non toccare.

Poi ci siamo noi, Marte, la fascia di asteroidi e una serie di giganti gassosi tanto inospitali quanto meravigliosi, dal gigantesco Giove con i suoi uragani perpetui a Saturno con i suoi anelli, poi il verdissimo Urano, il blu Nettuno e il povero Plutone declassato a pianetino, povero!

Marte, invece, è un pianeta roccioso, con un’atmosfera accettabile, dalle dimensioni molto simili a quelle della Terra e con giornate della durata paragonabile alle nostre. In pratica Marte e la Terra sono gemelli… con le dovute differenze, eh!

Proprio questa similarità è ritenuta speciale per gli scienziati di tutto il mondo: Marte rappresenta un pianeta da studiare per capire la provenienza e il destino della Terra.

Sul pianeta rosso ci sono stracce di antichi fiumi scomparsi, calotte polari con riserve d’acqua e un ciclo solare molto simile al nostro.

L’idea è stata a lungo quella di colonizzare Marte una volta che la Terra sarà inospitale. Già, perché il nostro pianeta sta arrancando e una soluzione alternativa serve. Direi che il consumismo ha mietuto vittime anche in questo settore: “il pianeta si sta rompendo? Costa di più ripararlo che comprarne uno nuovo!”.

Proprio nelle scorse settimane gli astrofisici hanno scoperto una nuova serie di canali estinti sulla superficie del pianeta, cosa che sta generando una serie di pensieri ai fautori della “migrazione spaziale”.

Sul pianeta rosso, infatti, le tracce di antichi fiumi, laghi e oceani sono evidenti, ma com’è possibile che tutta quell’acqua sia scomparsa?

Si pensa che sia colpa dell’atmosfera marziana che non è in grado di trattenere l’acqua, ma questa teoria non è del tutto sostenuta dagli scienziati perché dalle tracce sulla superficie del pianeta è evidente che l’acqua, non solo era più che abbondante, ma ha resistito per diverse ere al punto di modificare completamente l’aspetto del pianeta.

La domanda che aspetta risposta è: se Marte e la Terra sono tanto simili per struttura e formazione, è possibile che il destino toccato al pianeta rosso possa essere un presagio di quello del nostro pianeta che, per altro, sta vivendo uno dei periodi più neri della sua epoca dopo la fase adolescenziale fatta di eruzioni cutanee a base di lava?

Siamo fortunati perché probabilmente distruggeremo il nostro mondo molto prima che l’acqua inizi a scomparire.