FRANCESCO: SOTTO L’ARTISTA, SEMPLICEMENTE UN UOMO

FRANCESCO: SOTTO L’ARTISTA, SEMPLICEMENTE UN UOMO

Autore: Davide Libralato

Piangiamo oggi un vero orgoglio culturale del nostro Belpaese. Una persona umile, rappresentante di un Cinema profondo e variopinto che probabilmente non c’è piu’.
Francesco Nuti era uno di quei volti che ci ricorderemo per sempre , con quelle fossette e quell’ espressione simpatica da eterno ragazzino stupito coperto da un casco di capelli ricci che gli donavano spavalderia e personalità. Purtoppo la sua vita però non è stata altrettanto semplice e spavalda; come del resto quella di tanti altri artisti del suo calibro è stata infatti un’ escalation di duro lavoro, di successi, di rappresentazioni iconiche e poliedriche che lo mantennero sempre e comunque su livelli di qualità altissimi, anche quando le difficoltà presero il sopravvento. Cominciò dalla gavetta, diviso tra le sue amate Prato e Firenze. Cominciò con quella spontaneità che era la mescolanza tra la toscanità ( da parte di padre ) e la meridionalità pura ( della madre calabrese ).
Non sono così in là con gli anni da poter affermare di essere stato un suo fan incallito, ma non posso non ricordare ad esempio le scene dal panorama mozzafiato ammirato in ” Tutta colpa del Paradiso ” , film da lui diretto e magistralmente interpretato nel 1985, quando ci ha regalato un vero esempio di commedia dolce e amara.

Ero un bambino e ricordo che per capire tutto il senso del film mi è servito riguardarlo piu’ volte. Riuscire a calarsi in personaggi malinconici e ironici al tempo stesso, come appunto succede nel film ambientato in Valle d’ Aosta, non è proprio semplice come bere un bicchiere d’acqua. Raccontare in maniera spontanea la storia di un uomo che una volta uscito dal carcere affronta mille peripezie con il solo scopo di arrivare a incontrare il figlio mai conosciuto, per poi accorgersi che la cosa più giusta è arrivare a gioire della sua serenità pur senza di lui… ” è tanta roba ” , come si dice oggi. Avere il talento e le capacità di esprimersi trasmettendo le emozioni giuste è sicuramente frutto di un lavoro certosino ma alla base c’è un animo sensibile che devi avere dentro. E Francesco era uno di questi.  Sensibilità che lo ha poi accompagnato in tutto ciò che propose, così tanto da prevalere in maniera ” negativa ” nella sua vita , risucchiandolo in una depressione derivata dai tanti fallimenti che si sono susseguiti anche in carriera. Film rivelatisi flop e tentavi musicali che non hanno mai avuto la risposta sperata. Si aggiunsero problemi di alcool e il conseguente distacco dal mondo dello spettacolo, fino ad un drammatico momento della sua esistenza: una caduta rovinosa nelle scale di casa che lo ha portato a quattro mesi di coma con la successiva perdita della parola e della possibilità di movimento. Un avvicendarsi poi di situazioni limite, come le denunce per maltrattamenti subiti e un recupero che non c’è mai stato pienamente, a dimostrazione che la vita sa essere difficile anche per chi ha conosciuto momenti di gloria. E pur chiamandoti Francesco Nuti, alcune tristi vicissitudini possono avere ( purtroppo) la meglio.
Ma noi vogliamo ricordarlo come si ricordano quelle anime che vivranno per sempre, facendo capolino dentro i sorrisi che ci ha donato, rendendo noi un pò più leggeri. Fosse anche solo quando lo nomineremo ammirando qualche sua opera.