FACCIA A FACCIA CON LA MUSICA TOMMASO MANTELLI

FACCIA A FACCIA CON LA MUSICA TOMMASO MANTELLI

Autore: Davide Libralato

Digitando il tuo nome sul Web possiamo leggere che sei compositore, musicista, polistrumentista, produttore e chi più ne ha piu’ ne metta. Io posso solo confermarlo dato che ti conosco personalmente. Puoi descrivermi meglio di cosa ti occupi oggi? Riesci a fare tutto conteporaneamente?
Si, faccio tutto quello che hai scritto… e anche di più! Comincio l’elenco? 
Al momento sono attivo con 4 progetti musicali:
-Tommaso Mantelli and the Dinosaur Band (chitarra e voce)
-Linguaserpente (voce)
-Modern Encounters (basso e cori)
-Sick Tamburo (basso e cori live)
Lavoro inoltre come produttore e tecnico del suono nel mio Lesder Studio, in provincia di Treviso, e costruisco strumenti eccentrici sotto il marchio Caino. 
Cerco di fare tutto contemporaneamente, dando le giuste priorità al progetto che in quel momento lo esige (uscita disco nuovo e relativo tour…). Purtroppo campare di musica al mio livello, cioè da indipendente e per la maggior parte nel mondo underground, non è semplice. Bisogna sempre rimanere attivi e inventarsi le occasioni per portare a casa la pagnotta. Anche se per me la musica più che un lavoro è una vera e propria vocazione, dove il cuore di tutto rimane la terapautica possibilità di esprimere quello che si ha dentro.

Molti si definiscono polistrumentisti ma tu lo sei realmente. Ora ti chiedo: qual’è lo strumento con cui ti esprimi “al meglio”… voce compresa?
Mi piacciono tutti gli strumenti e ognuno ha qualcosa da darmi. Diciamo che la parte del processo che più mi realizza è la composizione. Al 90% per comporre uso la chitarra, cantandoci sopra. Quindi per rispondere alla tua domanda sceglierei questi ultimi due strumenti. 

Io adoro gli artisti poliedrici e tu ti contraddistingui appunto anche per la molteciplità di generi che hai toccato e che continui a toccare da musicista. Qual’è il segreto per essere così camaleontici?
Eheheh… questa caratteristica è anche uno dei miei problemi. Mi definisco uno schizofrenico musicale proprio perché non riesco a fossilizzarmi su un genere. Forse è una specie di sfida con me stesso… ma io percepisco soltanto il desiderio di sperimentare e non ripetere ciò che ho già fatto e che so di poter fare. 
Con i Captain Mantell però ho capito che la cosa può essere controproducente. Infatti in quel progetto ho sempre cambiato rotta da un disco al successivo, passando dall’ electro pop rock all’alternative rock pesante e questo ha portato un po di confusione nei fan, che rimanevano spiazzati. Anche per questo motivo ho cominciato poi a creare nuove realtà, come sfogo creativo evitando di ricadere in questo tipo di problematiche. 

Sei ancora molto giovane ma la mia domanda è: da quanto sei immerso nella musica?
Grazie per il giovane! 
Sono più di 30 anni che suono, 27 che faccio il fonico e più di 20 che faccio unicamente questi mestieri.

Mi ha toccato una tua performance dove sopra il palco prima di suonare è salita la tua bimba. Com’è la vita da padre (dolcissimo) e mucisista?
Si chiama Alice e ora ha quasi 7 anni. 
Ogni tanto sale sul palco con me e ci divertiamo a fare qualcosa insieme. 
Tra noi musicisti serpeggia sempre il timore che avere un figlio ti possa portare via troppo tempo e concentrazione. Io dico solo che lei è la mia fonte di ispirazione più grande, la mia musa. 
Ora mi chiedo come ho fatto a fare arte prima, senza conoscerla. 

Questa è la “mia” domanda, l’unica che si ripete in ogni intervista. Te la pongo: “L’artista per me può definirsi tale perchè vive sognando”  Qual’è il tuo sogno Tommy?
Mi piacerebbe parlarti di sogni riguardanti la risoluzione delle disguaglianze sociali ma purtroppo alla mia età le speranze nei confronti dell’ umanità cominciano a vacillare. 
Forse l’unico sogno è cercare di vivermi bene la vita, facendo qualcosa che mi piace con le persone che stimo e a cui voglio bene, sempre nel rispetto degli altri. 
Questo è il mio sogno. E per fortuna lo sto vivendo.