FACCIA A FACCIA CON LA MUSICA: RED SKY

FACCIA A FACCIA CON LA MUSICA: RED SKY

Autore: Davide Libralato

Red Sky, sono curioso di come svilupperai questa mia riflessione: La Musica è Una  è un pò un tuo “mantra ideologico” ed è una cosa nella quale mi ritrovo a pieno sia come ascoltatore sia come musicista. Cos’è per te la musica? E tu che tipo di musicista ti senti?
Per me la musica, come ogni forma d’arte, è auto espressione e come tale dovrebbe essere il più sincera possibile. Ma questo non è possibile se l’artista si ritrova limitato da regole, divieti e limitazioni che ogni genere inevitabilmente impone. Da qui nasce il mio messaggio “la musica è una”: per ricordare agli esseri umani che sono stati loro a dividerla ed etichettarla, ma tutte quelle gabbie sono solo mentali, non esistono nella realtà. E dividendo la musica, hanno diviso anche gli esseri umani in fazioni. Per me la musica è libertà e io mi sento questo: un musicista libero e sincero.

Il tuo stile si sta affinando nel tempo; l’impronta è assolutamente riconoscibile ma ascoltando le tue prime produzioni si riconosce un percorso che tocca diverse tendenze musicali, quali Rap, Trap e rock… da dove sei partito? Ma soprattutto, dove vuoi arrivare?
Io sono partito dal Metal: ho avuto diverse band melodic death, e questo progetto all’inizio era rock strumentale. Nel tempo ho inglobato diverse influenze: dal rap all’elettronica, passando dalla dance e da tutti gli altri generi musicali (o quasi), e non ho idea di dove mi porterà questo percorso. Voglio arrivare ad esprimermi nel modo più mio possibile, quindi i vari generi musicali per me sono solo strumenti da cui attingere, non destinazioni. Ho già trovato un mio stile personale, ora voglio solo evolverlo e perfezionarlo sempre di più.

La maggior parte di ascoltatori (soprattutto quelli non proprio giovanissimi) fanno fatica a identificare il musicista dietro un cantante che si avvale anche della tecnologia per creare la propria musica. Qual’è il tuo strumento di appoggio per la composizione?
Per quanto mi riguarda, credo che ogni strumento musicale sia una “tecnologia” e se dovessimo limitarci al fattore umano, esisterebbero solo cantanti a cappella. Ciò che conta è l’essere umano che usa quelle tecnologie e come decide di utilizzarle: non credo che un violinista sia superiore a un producer solo perché il suo strumento è di legno.
Io personalmente utilizzo Guitar Pro per comporre e poi Logic per fare delle pre produzioni. Dopodiché vado in studio di registrazione e registro tutto da capo e in alta qualità. Personalmente sono chitarrista, ma ho sempre scritto io le parti di tutti gli strumenti.

Dalla tua musica traspira molta rabbia ma anche molta compassione (anche se sono consapevole che quest’ultimo può apparire un aggettivo dalle connotazioni non sempre positive) per determinate categorie di persone. Come riesci a far coesistere queste due emozioni, l’una quasi antitesi dell’altra?
Le canzoni sono il modo in cui un musicista sfoga le proprie emozioni, sia positive che negative, anche se nel mio caso attingo soprattuto da quelle che mi fanno soffrire. Di conseguenza è normale che nelle canzoni ci siano emozioni diverse e anche opposte: semplicemente perché esistono, e se un artista è sincero le esprime tutte.
Anche per questo ritengo limitante la divisione in generi: perché se faccio Pop devo parlare solo d’amore o se faccio Black Metal solo di morte ecc?  La vita non funziona così.

Mi ha stupito la tua scelta di cantare sia in italiano sia in giapponese, tanto che pensavo avessi origini nipponiche . Da dove viene questa passione per la lingua e la cultura proveniente dal Giappone?
Sono andato in Giappone casualmente per la prima volta nel 2010 e mi sono totalmente innamorato. La loro educazione e la poesia che permea la loro cultura mi hanno folgorato. Da quella volta ci sono tornato molte volte e spero di potermici trasferire a breve.
Oltre a questo, musicalmente il Giappone segue la mia filosofia: li i confini tra i generi musicali sono molto più sfumati rispetto a qui in Italia. E infine, per il rap il Giapponese è perfetto perché è una lingua sillabica.

L’ ultima domanda, quella che si ripete in tutte le mie interviste: “l’Artista per me può definirsi tale perchè vive sognando” Qual’è il sogno di Red Sky e la sua Future Music?
Il mio sogno è uccidere il demone che vive nella mia testa e riuscire a portare la mia musica in giro per il mondo. E, così facendo, spronare chi sarà sotto al palco a fare lo stesso.